Secondo uno studio tanti datori di lavoro in Svizzera sarebbero disposti a impiegare rifugiati e persone ammesse provvisoriamente
Molti datori di lavoro in Svizzera sarebbero fondamentalmente disposti ad assumere rifugiati e persone ammesse provvisoriamente. Tuttavia non dispongono delle informazioni necessarie in merito alle condizioni di assunzione, temono di dover far fronte a un onere supplementare e nutrono qualche preoccupazione per quanto riguarda le qualifiche di queste persone. Questo emerge emerge dalle oltre 50 interviste con rappresentanti dell’economia condotte da Eduard Gnesa su incarico della Segreteria di Stato della migrazione SEM.
Dal novembre 2017 Eduard Gnesa, già direttore della SEM, ha condotto 55 interviste con datori di lavoro, parti sociali, associazioni di categoria, autorità statali e cantonali ed esperti in materia di integrazione. Nella sua veste di incaricato per i rifugiati e l’economia era chiamato a rilevare le esigenze degli attori dell’economia e a identificare possibili ostacoli all’assunzione di rifugiati riconosciuti e persone ammesse a titolo provvisorio. Al tempo stesso doveva sensibilizzare i rappresentanti delle aziende alla necessità di meglio sfruttare questo potenziale di manodopera nazionale. Dai colloqui è emerso che la maggior parte dei datori di lavoro è senz’altro disposta a formare e impiegare queste persone e a mettere a loro disposizione posti di lavoro e di apprendistato adeguati.
Sei raccomandazioni per abbattere gli ostacoli all’assunzione
Sono tuttavia emersi anche alcuni ostacoli. I datori di lavoro dispongono di scarse informazioni sulle condizioni di occupazione dei rifugiati e delle persone ammesse provvisoriamente. Temono peraltro di dover affrontare procedure burocratiche troppo impegnative e finanziariamente onerose contestualmente all’assunzione e all’accompagnamento di queste persone e nutrono preoccupazioni per quanto riguarda le loro qualifiche professionali. Su questa base Eduard Gnesa ha consegnato in un pertinente rapporto con diverse raccomandazioni, tra queste ci sono l’attivazione di una piattaforma informativa, tavole rotonde per datori di lavoro, valutazioni precoci dei potenziali dei rifugiati e altro.
Maggiore collaborazione con gli attori dell’economia
La SEM confida che intensificando la collaborazione con gli attori dell’economia sarà possibile sfruttare meglio il potenziale costituito dalle persone ammesse provvisoriamente e dai rifugiati. Anche l’Agenda Integrazione Svizzera, convenuta nell’aprile 2018 dalla Confederazione e dai Cantoni, prevede, tra le altre raccomandazioni riguardanti i rifugiati e le persone ammesse provvisoriamente, una valutazione precoce e a tutto campo dei potenziali nonché l’accompagnamento da parte di un job coach. Queste misure saranno attuate in tutta Svizzera a partire dal 2019. Con altri partner la SEM sta mettendo a punto delle informazioni sulle condizioni di assunzione destinate ai datori di lavoro. La SEM intende inoltre intensificare la connessione a rete e la collaborazione con l’economia.
Nel 2017 hanno ottenuto l’asilo 6360 persone (2016: 5985), mentre 7839 richiedenti l’asilo sono stati ammessi provvisoriamente (2016: 6850). La quota di decisioni di accoglienza positive (quota di protezione) ha raggiunto il 57,5% (2016: 48,7%). 2297 richiedenti l’asilo sono stati trasferiti in un altro Stato europeo in base alla procedura Dublino (2016: 3750), mentre la Svizzera ha accolto 885 persone dai paesi partner (2016: 469).