A Ballarò Tito Boeri ha spiegato in cosa consiste il piano “La mia pensione”, l’operazione che mira a far conoscere ai lavoratori italiani il proprio futuro previdenziale, la data di pensionamento e il probabile importo del relativo assegno
Il progetto è quello di coinvolgere entro la fine dell’anno 10-15 milioni di lavoratori. A maggio sarà attiva una sezione sul sito dell’Istituto di previdenza. La comunicazione ai cittadini avverrà per via telematica, attraverso il Pin dell’istituto previdenziale. Molti utenti invece saranno informati con una classica lettera che arriverà nelle cassette postali dal mese di settembre.
“A fine giugno faremo una proposta organica complessiva di aggiustamento al sistema dell’assistenza e della previdenza” con particolare attenzione alle persone “fra i 55 e i 65 anni di età che non hanno ammortizzatori e se perdono il lavoro non hanno alternative”. Lo ha ribadito il presidente dell’Inps, Tito Boeri, intervenendo a Radio anch’io, sottolineando che “l’idea è quella di dare un reddito minimo” alle persone che rientrano in questa fascia d’età, “un modo di dare assistenza alle persone che sono davvero in disagio economico”. Secondo Boeri parte delle risorse per finanziare interventi sociali per gli over 55 anni potranno arrivare da un’operazione sulle pensioni più alte. Occorre fare “un’operazione di equità” sulle pensioni elevate perché gli “assegni più alti presentano iniquità evidenti”. “Stiamo riflettendo”, ha detto il presidente dell’Inps, precisando tuttavia che non è giusto “prendersela con le pensioni molto alte, se sono stati versati contributi alti: ci deve essere una correlazione stretta tra contributi versati e pensione che si riceve”.
Per poter ottenere le informazioni è necessaria un’ anzianità contributiva di almeno cinque anni, la precedenza sarà data a chi ha meno di 5 anni. Una scelta non facile, come fanno notare il Messaggero e Libero Quotidiano che riportano la notizia – in quanto sarebbe stato più facile partire dai lavoratori più anziani, quelli che hanno un quadro contributivo più netto. Ma Boeri ha sottolineato di aver fatto questa scelta perché certamente i giovani hanno in prospettiva assegni previdenziali più magri a causa del sistema di calcolo contributivo associato a minori certezze sulla carriera lavorativa futura. Agli utenti che si collegheranno al sito e chiederanno informazioni via telematica, verrà chiesto di fornire alcune informazioni ossia stime sugli anni residui di attività nell’ambito delle regole previdenziali, sulla possibile evoluzione della retribuzione. Lo scopo è quello di far conoscere ai giovani che tipo di assegno li aspetta, che vecchiaia avranno. E, eventualmente, correre ai ripari. Occorre sicuramente rimettere mano al tema pensioni con “aggiustamenti di giustizia” nell’immediato e un’operazione sulla flessibilità” nella legge di Stabilità. A sostenerlo il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, il quale fa notare che mentre il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, aprono a interventi, il premier “Renzi non lo dice e questo è un problema”.
“Se andiamo in pensione tutti a 67 anni e ogni qualche anno l’aspettativa di vita si allunga di 3/4 mesi arriviamo a 70 anni – fa notare Damiano – fabbriche di 70enni con i figli fuori dalle porte e dalle officine non mi pare un granché di futuro. Le soluzioni ci sono, anche di carattere tecnico oltre che politico – ha proseguito – Poletti e Boeri dicono che serve una maggiore flessibilità” in uscita ma il consigliere economico di Renzi, Yoram Gutgeld, “ha detto che non è un tema all’ordine del giorno” e “secondo me – ha concluso – questo è un errore clamoroso”.
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