Sono ormai trascorsi più 40 anni da quando ho intrapreso il primo viaggio verso la Svizzera…la terra promessa, quella che si pensava avrebbe risolto tutti i problemi economici per tanti di noi, per poi fare ritorno al paese dove avevamo lasciato i nostri affetti e i nostri ricordi.
Purtroppo non è stato così, la famiglia, la scuola dei figli, si doveva fare una scelta…così, io come tanti che avevano intrapreso questo stesso viaggio, ci ritroviamo ancora qui. Ricordo il viaggio, il treno affollato, senza posto, i bagagli persino nei bagni e poi la dogana, i controlli, la visita medica, qualcosa di umiliante per qualsiasi essere umano; e infine la lingua, che tuttora faccio fatica a comprendere.
Devo dire che per quelli come me, che siamo venuti in Svizzera, non è stato facile imparare la lingua perché ovunque si andava “parlavano” la nostra lingua, sia sul lavoro che nei vari negozi. Poi col passare degli anni, abbiamo cominciato a capirci qualcosa.
Punto d’incontro di tutti i paesani e conoscenti, il fine settimana al centro città, la stazione, il ritrovo degli stranieri, poi si andava al cinema in Italiano, per ritornare a fine serata al baraccone per prepararci da mangiare.
Per certi versi, devo dire, che questi primi anni sono stati anche piacevoli, ma credetemi, faccio tuttora fatica ad integrarmi totalmente. La differenza di mentalità è tanta… la sola cosa che mi trattiene ancora qui per il momento sono i figli prima e i nipoti adesso, ma spero tra qualche anno di fare ritorno al mio paese, anche perché vivere da pensionato qui in Svizzera non è per niente facile.
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