“Ci sono 225.000 profughi in Libia in attesa di venire in Italia”
Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, intervenendo alla plenaria del Comitato economico e sociale europeo la settimana scorsa a Bruxelles, ha perorato un cambiamento radicale di atteggiamento da parte dell’Ue nei confronti dell’Africa e della crisi migratoria, basato su un piano di investimenti dell’Europa nelle economie africane, in accordo pressoché totale con le posizioni dell’Italia.
“In Africa – ha detto Juncker, riprendendo uno dei punti principali del suo discorso ‘sullo stato dell’Unione’, pronunciato il 14 settembre davanti all’Europarlamento a Strasburgo – ci sono 60 milioni di profughi, molti di più che alla fine della Seconda Guerra Mondiale; sono degli infelici che mettono tutte le loro speranze nella capacità dell’Ue di accoglierli. Ma noi non possiamo, evidentemente, come diceva Michel Rocard (l’ex primo ministro francese, scomparso di recente, ndr) ricevere tutta la miseria del mondo”.
“Alla frontiera mediterranea fra la Libia e l’Italia – ha ricordato il presidente della Commissione europea – ci sono 225.000 di questi profughi che attendono di attraversare il Mediterraneo. Questo non è possibile. Invece di fare la carità e scrivere nobili poemi sulle cause dell’immigrazione bisognerà agire per risparmiare a milioni di africani il tragitto nel Mediterraneo che molto spesso finisce male”. “Perciò – ha ricordato Juncker – noi, la Commissione, abbiamo proposto di estendere verso l’Africa il piano per gli investimenti. Stiamo dunque per lanciare un Piano Juncker per l’Africa che, se supportato dagli Stati membri, cosa che non è così evidente, potrebbe mobilitare in Africa 88 miliardi di euro di investimenti”.
“Se l’Europa non investe in Africa – ha sottolineato il presidente della Commissione – l’Africa verrà in Europa. E’ una prospettiva che non mi fa paura, ma è più intelligente rendere più felici sul posto coloro che sono infelici, piuttosto che invitarli ad attraversare il Mediterraneo per poi ritrovarsi in una situazione drammatica in Europa”. “Bisognerà – ha continuato Juncker – che teniamo a mente l’Africa, un continente nobile e nei fatti molto ricco, che è stato martirizzato dall’influenza di certe multinazionali e da governi non africani che rendono sempre più infelici gli africani. L’Africa è la culla dell’umanità, e i suoi popoli e le sue generazioni detteranno il ritmo della seconda metà di questo secolo”.
“Bisogna prendere coscienza – ha insistito il presidente della Commissione – dell’importanza geopolitica dell’Africa, aiutando gli africani, che non hanno bisogno di carità ma di investimenti”, ha concluso Juncker.
Askanews
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