Dalla realtà rurale di Cassino ai viaggi senza confini, fino ad approdare alla realtà più riservata di Zurigo dove, Lucilla Trapazzo vive concentrata sulla sua passione, la poesia, insieme a molte discipline artistiche che si intersecano nella sua vita in Svizzera.
Ecco la storia di Lucilla Trapazzo…
Parlaci di te: come ti racconteresti ai tuoi connazionali in Svizzera?
Il mio nome è Lucilla Trapazzo. Sono nata a Cassino, una piccola città nel centro Italia. Lì ho vissuto la mia infanzia tra la realtà rurale e contadina dei miei compagni di scuola e le conversazioni colte dei miei genitori. Quella che porto con me e che spesso riemerge anche nella mia poesia è la dimensione sensoriale del mio luogo di nascita: il giallo dei campi di grano in estate, l’odore del fieno che solletica le narici, il sapore dell’uva matura rubata nei vigneti, le urla dei venditori al mercato, gli insetti. Durante e dopo l’università ho cominciato a viaggiare. Ho vissuto in diversi posti in Europa e negli Stati Uniti, per lavoro e per studi. Per ora sono a Zurigo, posto non facile per i contatti umani. Qui vivo una realtà piuttosto solitaria, che mi permette però di avere la giusta concentrazione per scrivere.
È difficile inserire le mie varie attività in una singola professione. Già durante gli studi ho spaziato tra le discipline. Ora mi occupo di teatro, poesia, critica, traduzione, arte, istallazioni. Quello che mi interessa è il punto di intersezione tra i vari linguaggi artistici, in cui una forma artistica si trasforma in un’altra. Devo ammettere però che negli ultimi anni mi occupo soprattutto di poesia.
Come è stato il tuo impatto con la realtà svizzera?
Sono un’inguaribile idealista e immagino il mio mondo ideale senza frontiere, senza divisioni etniche e religiose (e ancor meno economiche), nel rispetto delle culture autoctone e anche dell’alterità. L’identità culturale non esclude l’apertura, la curiosità per l’altro da sé. Come ho già detto, ho vissuto in posti diversi, anche nella ex DDR prima della caduta del muro, è per questo che il primo impatto con una Svizzera che guardava al mio essere “diversa” (nel vestire, nel parlare, nel modo di pensare) come una stranezza, è stato un impatto forte e a tratti estraniante. Ho avuto difficoltà ad “integrarmi”. Non credo nell’integrazione, ma nello scambio. Una globalizzazione etica e attenta (non il semplice dominio economico del più forte) potrebbe renderci tutti più ricchi da ogni punto di vista. Il mio auspicio (forse utopico) è che tutti possano prima o poi comprendere che grazie all’incontro con l’altro – che si trasforma in specchio, abbracciando la diversità, si diviene profondamente consapevoli della propria entità, di chi siamo davvero.
Parliamo della tua grande passione che è la poesia. Sei autrice di diversi testi di poesia, dove trovi ispirazione per le tue opere?
Il “La” è spesso casuale. Qualcosa cattura la mia attenzione – un suono, un colore, una parola, una storia che leggo – e continua a battere ritmicamente nella testa e a crescere nella pancia fino a che diventa urgenza, necessità di scrittura. Il lavoro di cesello successivo invece dura anche mesi. Le mie poesie nascono da istanze diverse e spesso anche il linguaggio cambia secondo il tema. Ho scritto moltissime poesie a sfondo ambientale e sociale, ma anche poesie che flirtano con i “massimi sistemi”, con concetti scientifici, filosofici. Le mie poesie preferite sono quelle che giocano con il linguaggio e il senso.
La poesia, come la musica e la pittura, è una forma di comunicazione immediata. Il ritmo dei versi, il suono delle parole, le immagini evocate, arrivano all’istante, al di là del significato, e piantano semi di bellezza, nuove idee, speranza e resilienza
Per chi come te vive di parole e ha a che fare ogni giorno con la lingua italiana, come è stato l’impatto con lo svizzero tedesco?
Conoscevo il tedesco già prima di arrivare in Svizzera, sono laureata in Letteratura Tedesca. La difficoltà è stata la realtà del dialetto. Non capire la lingua quotidiana, pur se gli altri potevano capire me, mi ha spesso comportato frustrazioni e strane incomprensioni. Tutto è cambiato con la nascita dei miei figli. Una madre capisce sempre i propri figli, anche se parlano una lingua sconosciuta, all’improvviso il dialetto svizzero non è stato più un’alternanza di suoni stridenti, ma è diventato una lingua del cuore.
Sappiamo che sono in preparazione altre raccolte di poesia, vuoi anticiparci qualcosa?
Sono stata pubblicata in antologie e riviste letterarie in Italia e nel mondo, ma ho anche delle raccolte personali; Ossidiana (Volturnia Ed.) è il mio primo libro e anche quello che amo maggiormente (ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Primo Premio Opera Prima, “I Murazzi” 2019, a Torino). Prende il titolo dalla roccia vulcanica, che è al contempo forza distruttrice (sotto forma di lava) e vitale (ricca di minerali nascosti), un po’ quello che sento…
Gli altri libri sono Dei Piccoli Mondi (Il Leggio), che si riferisce all’omonima teoria degli insiemi e racconta il “mio piccolo mondo”, e trentagiorni (Il Sextante), una raccolta di Haiku con le foto di Alfio Sacco, un artista italo-svizzero. Da poco è uscita la mia ultima raccolta, Ruscellante, sempre per Volturnia Edizioni. A parte trentagiorni, che si può trovare tramite la casa editrice, tutti gli altri si possono acquistare sui maggiori portali di libri (ibs.it, per esempio).
Sei sempre in giro impegnata con diversi festival ed eventi culturali, dove ti vedremo prossimamente?
Sono appena tornata dalla Macedonia, dove ho tenuto un seminario di teatro, i prossimi appuntamenti mi vedono in giro da Torino a Messina per dei premi di poesia.
Da poco ho partecipato al Festival di Princeton (USA), con la direzione artistica di Gregory Geehern. Il mio video è stato trasmesso in streaming, insieme a quelli di poeti da diverse parti del mondo (Russia, Serbia, Italia, Svizzera, Giappone, Stati Uniti, Vietnam, Cina, Venezuela). Tra maggio e aprile ho partecipato ad altri festival internazionali. L’XI Festival letterario internazionale “L’autunno di Cechov-2020”, organizzato dall’Unione degli scrittori della Repubblica di Crimea, a Yalta, ha premiato una raccolta di mie poesie con il 1° posto per la migliore raccolta di “Lirica civile e spirituale-filosofica”, anche grazie alla traduzione in russo di Alexander Melnikov; mentre in Cina, nella valle della terra santa di Jin Yan’an, durante il Festival della cultura e dell’arte “100 anni di gloria, guardando alla storia di Yan’an — 100 poeti”, le mie poesie, tradotte da James Tian, segretario generale del Festival Internazionale di Poesia Silk Road, sono state premiate con la medaglia d’oro per “Outstanding Poet Award” e poi pubblicate sulla rivista letteraria Journal De Macau e sulla website del Silk Road Festival.
Informazioni generali
Nome: Lucilla Trapazzo
Nata a Cassino il 19-07-64
LIBRI
Ossidiana, poesie, settembre 2018, Volturnia Edizioni, Isernia, Italia.
Dei Piccoli Mondi, poesie, aprile 2019, Il Leggio Edizioni, Chioggia, Venezia.
trentagiorni, Haiku Lucilla Trapazzo, fotografie Alfio Sacco, settembre 2019, Il Sextante, Roma. Ruscellante, poesie, aprile 2021, Volturnia Edizioni, Isernia.
Co-redattrice di Nello stesso Mare, antologia di poesia tunisino-italiana, Tunisia, 2020.
Co-redattrice e traduttrice di Transiti Poetici – Voci dal Mondo, Antologia internazionale di poesia, Circolo Letterario Anastasiano, Italia, 2021.
Co-redattrice e co-autrice Transiti Poetici incontra il GAP, antologia di poesie, Circolo Letterario Anastasiano, Italia, 2021.
Eveline Bentivegna