Le riprese inizieranno a settembre mentre la messa in onda è prevista per il prossimo gennaio
Pietro Valsecchi, amministratore delegato della Taodue film, ha annunciato che è già in lavorazione un progetto per la televisione dedicato alla drammatica vicenda dell’hotel di Rigopiano travolto da una slavina il 18 gennaio scorso.
Gli sceneggiatori avrebbero già iniziato a scrivere il testo e si conta di iniziare a girare il prossimo settembre. La miniserie di 4 puntate dovrebbe andare in onda il prossimo gennaio, proprio ad una anno dalla drammatica vicenda in cui trovarono la morte 29 persone. Per ricostruire la storia e fare luce su aspetti ancora poco chiari sono stati coinvolti i superstiti, i familiari delle vittime e i soccorritori, cercando di realizzare, oltre al semplice racconto dei fatti, “un’indagine per scoprire la verità dei fatti e insieme rendere omaggio alle vittime e a tutti quegli uomini e donne che in condizioni proibitive e a rischio della loro stesa vita, non si sono risparmiati, lavorando senza tregua per cercare i superstiti”.
Non sono mancate però le critiche da parte delle famiglie di alcune delle vittime della tragedia, che vedono nella realizzazione fiction, a così poca distanza dall’evento, solo un puro intento speculativo e commerciale. “Apprendiamo con stupore che la casa produttrice Taodue ha in programma di realizzare una fiction televisiva sulla tragedia di Rigopiano. Stupore dettato, soprattutto, dalle tempistiche: a nemmeno un mese dal fatto, c’è già chi pensa a trasformare un dramma di tali proporzioni in una serie tv. Ci chiediamo che senso abbia, in questo momento, una fiction il cui scopo sarebbe anche quello di ‘fare luce sulla verità dei fatti’. La verità dei fatti la sapremo solo quando si saranno celebrati tutti i gradi di giudizio, non certo dopo aver visto una serie televisiva scritta all’indomani della tragedia”, ha dichiarato l’avvocato Camillo Graziano, legale dei familiari di Stefano Feniello, una delle 29 vittime della tragedia.
Pronta la reazione del produttore: “Da tempo pensavo di raccontare il lavoro di chi fa parte della macchina dei soccorsi, persone che rappresentano la parte migliore di un paese in cui le calamità naturali vengono purtroppo amplificate nei loro effetti tragici dalla negligenza o dalla corruzione. Sono convinto che il loro impegno meriti di essere raccontato, allo stesso modo in cui ho raccontato nel mio lavoro di produttore, la dedizione e il coraggio di poliziotti, carabinieri, magistrati ma anche di persone della società civile come i giuslavoristi Biagi e D’Antona uccisi dalle BR, l’imprenditore Libero Grassi e il giornalista Mario Francese, assassinati dalla mafia.
Credo che raccontare a milioni di persone l’abnegazione e il coraggio di persone reali possa dare dei necessari punti di riferimento ai giovani, a noi e alla politica, in un periodo in cui abbiamo pochi esempi da seguire. Saranno questi ‘eroi’ i protagonisti della nostra storia, dove non avrà invece spazio alcun indugio voyeuristico sul dolore, quello a cui purtroppo abbiamo assistito in molti programmi tv in quelle ore drammatiche; sarà infatti importante nel nostro progetto il tentativo di ricostruire con precisione e lucidità le dinamiche della tragedia e capire se si sarebbe potuta evitare. Credo che questo sia il modo migliore per riconoscere il lavoro dei soccorritori, che ogni giorno, in silenzio e in ogni angolo del Paese, agiscono per la collettività. Con questo progetto vorrei mantenere viva la memoria, in un paese che dimentica tutto troppo velocemente.
Mi rendo conto che la tempistica della comunicazione del progetto possa essere mal interpretata, ma il mio intento non è mai stato quello di realizzare un “instant movie” per sfruttare l’onda emotiva della tragedia, ma al contrario di costruire un’opera meditata e approfondita, che, come quelle che ho realizzato in tutta la mia carriera (da Uno Bianca a Nassiriya, da Paolo Borsellino al film su Giorgio Ambrosoli e a quello su Papa Francesco per citarne solo alcune), hanno sempre rispettato la memoria delle vittime e il dolore dei familiari”.
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