Una scoperta sensazionale del dottor Shigeki Hontsu, professore di Biologia presso la facoltà di scienze e tecnologia dell’Università di Kinki (Osaka, Giappone)
Sembra che fra qualche anno sarà definitivamente risolto il problema della carie e tutti potranno disporre di una dentatura perfetta: niente più incubo del dentista, niente più trapani, niente più dentiere. La scoperta sensazionale è del dottor Shigeki Hontsu, professore di Biologia presso la facoltà di scienze e tecnologia dell’Università di Kinki (Osaka, Giappone). I risultati della sua ricerca sono stati pubblicati su “Ceramic Technology, una prestigiosa rivista scientifica.
Diamo a lui la parola per spiegare cosa ha scoperto: “Da tantissimi anni la comunità scientifica internazionale sta lavorando per mettere a punto strategie utili a prevenire l’insorgere della carie, che è il problema dei denti più diffuso tra la popolazione. Sono stati migliorati gli spazzolini, sono state messe a punto nuove formulazioni per i dentifrici e grandi passi in avanti sono stati compiuti da un punto di vista educativo per promuovere una corretta igiene dentale. Eppure il problema non è ancora stato risolto. Abbiamo quindi pensato che l’unico modo per sconfiggere la carie una volta per tutte fosse quello di proteggere i denti stessi con una “corazza”, cioè un rivestimento in grado di separare la superficie del dente dai batteri che provocano la carie”. Impresa non facile quella del professor Shigeki Hontsu, perché gli ostacoli sono evidenti. Non è possibile rivestire i denti con uno strato di qualche sostanza senza alterare la forma e il volume dei denti stessi. Non solo. Non è facile nemmeno trovare una sostanza che una volta attorno al dente non si spezzi con la masticazione. Infine, non è facile trovare una sostanza che abbia tutti questi requisiti e in più sia di colore bianco.
La differenza tra il professor Shigeki Hontsu e gli altri è che lui quella sostanza l’ha trovata. Ecco le sue parole: “L’apatite. E’ una sostanza che fa già parte dello strato più esterno dei denti e che ne protegge l’integrità. Tuttavia non sempre la presenza di questo materiale sul dente basta a fornire la protezione desiderata, e infatti i denti si cariano. Ebbene, noi abbiamo pensato di produrre artificialmente questa sostanza e poi, grazie a strumenti di microingegneria, siamo riusciti a ottenerne uno strato sottilissimo per rinforzare quello già presente. Lo spessore raggiunto è di soli quattro millesimi di millimetro e, quindi, non incide minimamente sulla masticazione. L’apatite non è un materiale tossico e si usa per ricoprire, sebbene con spessori maggiori, le protesi applicate nelle articolazioni”. Ecco come il professor Shigeki Hontsu ha proceduto una volta ottenuto questo strato sottilissimo di apatite: “Abbiamo lavorato su denti già estratti negli ambulatori dentistici associati al nostro centro di ricerca per capire come applicare in modo corretto la pellicola protettiva così ottenuta. L’applicazione dello strato di apatite, con il metodo da noi messo a punto, richiede solo pochi minuti. Ma nello stesso tempo la copertura risulta essere perfettamente modellata sul dente da proteggere”.
E’ chiaro, a questo punto, che lo strato di apatite non è fragile, tutte le sperimentazioni lo hanno dimostrato, soprattutto ha passato il test della masticazione, anzi, delle masticazioni. La pellicola di apatite si è rivelata miracolosa anche per i denti che abbiano subito danni o che siano stati lesionati in superficie. In questi casi, la pellicola di apatite va proprio a pennello, perché ridona al dente la sua corazza naturale e in più ne elimina le imperfezioni.
E’ chiaro che è stato risolto anche il problema del colore: non è bello avere denti neri, ma non è bello nemmeno averli gialli o rossi o azzurri. La soluzione è stata trovata nell’apatite stessa, che è una sostanza che in strati così sottili diventa trasparente, per cui, se si volesse, si potrebbe intervenire sui denti con uno smalto bianco prima di modellare la pellicola di apatite e si otterrebbe una dentatura perfetta e bianca.
Quali sono i tempi di applicazione della scoperta? Ce lo dice lo stesso professor Shigeki Hontsu: “Circa tre anni. Il rimedio da noi messo a punto è sicuro ed efficace. Tuttavia bisogna rendere più economico il processo di produzione dell’apatite nello spessore a noi utile. Oggi questo è possibile solo in piccoli laboratori di ricerca. Quando riusciremo a risolvere questo ostacolo l’apatite sarà disponibile per tutti”.