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16 May 2024
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Svizzera

L’Italia si allontana sempre di più agli italiani all’estero

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Carmelo Vaccaro2Cosa sono gli italiani all’estero per una parte del governo italiano e dell’Amministrazione a dir poco smemorata?

Da qualche anno sembra che gli italiani all’Estero siano i primi responsabili dei problemi economici che affliggono la nazione. Da qui alcuni provvedimenti che, più che tesi a tagliare, come doveroso, le spese improduttive, sembrano eminentemente discriminatori e punitivi nei confronti di questi cittadini di serie B. A fronte dei pesanti accorpamenti e tagli ai consolati, agli enti gestori dei Corsi d’Italiano, agli enti d’assistenza e tutti gli altri provvedimenti che rendono più difficile e oneroso l’epletamento delle pratiche burocratiche, gli italiani all’estero sono però ricercati per pagare la famosa, o meglio, famigerata IMU, le imposte sullo smaltimento della spazzatura e tutti gli altri balzelli gravanti sulle loro case, costruite o acquisite con sacrifici per confermare un solido attaccamento alla terra d’origine e abitate solo il tempo di una vacanza, in più tassate come seconda casa. E’ netta la senzazione che quei 4 milioni d’italiani iscritti all’AIRE, e i 60 milioni d’italiani sparsi nel mondo, siano considerati una presenza imbarazzante per alcune Autorità, tollerati solo per il gettito che essi possono apportare alle case dello Stato. Nel contempo si mettono in discussione alcuni diritti acquisiti con fatica nel passato, come ad esempio il diritto di voto, del quale alcuni “saggi” hanno consigliato l’abolizione.

Cosa hanno fatto gli italiani all’Estero per l’Italia?

Abbandonando i paesini, le città e le Regioni italiane, quelle persone in cerca di lavoro o di una sistemazione migliore in una terra straniera hanno lasciato la possibilità, a chi rimaneva, di vivere meglio con meno problemi la vita di tutti i giorni. Tanti connazionali emigrati si sono illusi di poter ritornare dopo qualche anno nell’amata Patria. Hanno lavorato sodo per potersi comprare o costruirsi una casa, mettere qualche soldino da parte e rientrare nelle famiglie che avevano lasciato, non senza dolore, e portare i loro risparmi in Italia. Mentre s’illudevano di poter vivere un futuro migliore nel Paese d’origine, si sono cercati fra loro ed hanno costituito gruppi, associazioni, società, diventando di fatto i rappresentanti delle regioni, provincie e città italiane che avevano abbandonato. Ristoratori hanno promosso le tradizioni gastronomiche di tutte le Regioni italiane, che si sono rivelate anche veicolo per la diffusione della lingua, delle culture, dei costumi e di tutto quello che era riferibile all’Italia. Tutto questo ha contribuito in maniera apprezzabile alla ripresa economica e alla ricostruzione del nostro Paese nei decenni del dopoguerra. I milioni di italiani all’estero si sono rivelati altrettanti ambasciatori del Made in Italy nel mondo, hanno promosso l’Italia a testa alta e con serena consapevolezza e hanno contribuito all’esportazioni di automobili, prodotti alimentari, moda e all’incremento del turismo.

Tutto questo a cosa ha condotto? A cosa sono serviti i sacrifici e l’alacre operosità di tanti italiani? A far chiudere i consolati, a far costantemente diminuire le risorse finanziarie in tutti settori che li vedono in qualche modo destinatari, a togliere loro tutti i diritti e far loro pagare l’incompetenza di altri: ancora usati e sfruttati!

Oggi a distanza di anni, si ha l’impressione che la nostra Italia abbia perso la memoria e tanti italiani all’Estero hanno il sentore di essere stati abbandonati dalle Istituzioni italiane, le stesse che dovrebbero invece farli sentire più vicini alla Patria comune. Questi emigrati italiani ora, ed è bello che sia così, hanno saputo conquistarsi una grande considerazione nei paesi d’accoglienza, sia presso gli abitanti che presso le Istituzioni locali. Non altrettanta considerazione è rivolta loro dai nostri governanti. Ma tutti gli italiani nel Mondo amano la loro Patria e trasmettono questo amore ai propri figli, ricordandogli le proprie origini, i propri doveri e sentimenti. L’italiano all’estero non si vergogna di essere italiano. Allora se vogliono toglierci la Circoscrizione estero che lo facciano, se si vogliono ridurre o sopprimere i fondi essenziali per la promozione dell’Italia all’estero che lo facciano pure. Facciano tutto quello che vogliono ma siano coerenti, chiari. Si ricordino, però, che solo una cosa nessuno riuscirà mai a toglierci: LA DIGNITA E L’ONORE DI ESSERE ITALIANI, nonostante la netta sensazione di essere tornati agli anni tristi del secondo dopoguerra quando gli emigrati italiani erano considerati dalle Autorità nazionali come merce di scambio e basta. Una vergogna!

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