Nelle sale una delle più straordinarie rivalità sportive di tutti i tempi
Da una parte lo svedese Bjorn Borg, algido e composto, desideroso di confermarsi re incontrastato del tennis, dall’altra l’americano John McEnroe, irascibile e sanguigno, determinato a spodestare il primo e prenderne il posto: la storia e la rivalità dei due atleti protagonisti di una finale diventata leggenda, quella di Wimbledon del 1980, arriva sul grande schermo per la regia di Janus Metz Pedersen. Il risultato è il ritratto, a tratti anche intimo ed emozionante, di due indiscussi protagonisti della storia del tennis che si sono ritrovati ai lati opposti dello stesso campo per moltissime volte, dando vita a sfide serratissime ed emozionanti: insomma la storia, mai raccontata, di due leggende dello sport.
La contrapposizione tra i due atleti non si esaurisce però sul campo da gioco ma va oltre, fino all’analisi e al racconto di due ‘persone’ prima che di due atleti; due persone che si rivelano decisamente opposte anche fuori dal campo: il loro opposto aspetto caratteriale, apparentemente freddissimo e calcolatore lo svedese, esuberantissimo, vulcanico e rabbioso ‘’americano, famoso per le sue sfuriate, rende infatti il racconto della rivalità tra due campioni straordinari, diversissimi e inimitabili, ancora più interessante ed avvincente.
La storica rivalità tra i due ha inizio con il torneo di Stoccolma del 1978, quando i due tennisti si incontrano per la prima volta: da una parte lo svedese, già affermato campione, dall’altra il talentuoso semi-esordiente statunitense; la stessa scena ripeterà per ben 14 volte prima del ritiro dello svedese, regalando sette vittorie ad entrambi e alimentando la leggenda fino alla storica finale di Wimbledon del 1980, per molti la più bella partita che sia mai stata giocata, il clou del confronto tra due modi di giocare a tennis e di vivere la vita, vinta al termine di cinque lunghissimi e combattutissimi set dallo svedese che si laureò così campione del torneo inglese per la quinta volta consecutiva. Il film vede nei panni dei due protagonisti Sverrir Gudnason, che dà il volto a Borg, e Shia LaBeouf, nei panni di McEnroe. Non sembra un caso che il regista danese abbia scelto di far interpretare la parte dell’irascibile tennista americano ad un attore noto per la sua indole ribelle arrestato lo scorso luglio per ubriachezza molesta dopo aver dato in escandescenze. “Per me questo film è stato liberatorio. McEnroe è come Mozart.
Quando era all’apice, non gli interessava guardarsi dentro né andare alla ricerca di amici, lui cercava di vincere e basta”, ha dichiarato LaBeouf all’incontro con i giornalisti. “Recitare in Borg/McEnroe mi ha permesso di esprimere quello che sento nel profondo. Non ho avuto il piacere di incontrare John di persona, è molto impegnato. Ho letto nelle sue biografie che Borg era il suo eroe. Quel match è stato come sfidare Superman e vincere. Condivido la vulnerabilità dell’atleta, il tentativo di esibirla in pubblico. Penso che McEnroe sia molto consapevole della percezione che ha la gente di lui e della sua eredità sportiva. Alla fine è un uomo adorabile. Un Babbo Natale cattivo del tennis”, ha concluso. L’avvincente storia dei due tennisti è stata presentata come evento d’apertura al Toronto Film Festival: “Il nostro obiettivo è stato quello di onorare l’eredità di Björn Borg e John McEnroe con un film che possa coinvolgere e toccare i cuori del pubblico di tutto il mondo. Iniziare questo viaggio aprendo il TIFF ci rende felici”, hanno dichiarato Jon Nohrstedt e Fredrik Wikström Nicastro, produttori di Borg McEnroe.
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foto: Ansa