“Partito della nazione? No, della ragione. E se andassimo a votare oggi vinceremmo al primo turno”: il discorso di Renzi alla Leopolda
“La Leopolda è la dimostrazione che le cose possono cambiare. Qui oggi non c’è l’Italia della rassegnazione”. Lo ha detto Matteo Renzi nel suo intervento di chiusura alla Leopolda.
“Sulle tasse abbiamo fatto un’operazione straordinaria da rasentare un eccesso di ambizione. Stiamo buttando giù le tasse. È vero, questa l’avete già sentita tante volte ma questa volta è vera, noi questa ambizione la stiamo realizzando” ha sottolineato il presidente del Consiglio e segretario del Pd.
“Qui alla Leopolda c’è una generazione di giovani che ci rottamerà. Io dico: benvenuti – ha continuato Renzi. Questa è la bellezza della vita, non farò politica per tutta la vita ma fino a quando la faremo, la faremo a testa alta, a viso aperto. Poi andremo a casa. Il prossimo anno il Pd farà un investimento maggiore sulla formazione politica dei giovani”. Renzi poi si riferisce ai fuoriusciti del Pd: “La bandiera Pd stampata nel cuore. Adesso la sfida è quella di dare gambe al processo di cambiamento più straordinario degli ultimi anni. E lo facciamo anche senza mettere bandiere, perché la bandiera ce l’abbiamo stampata nel cuore. Mentre quelli che ci chiedevano di mettere bandiere, se ne sono andati dal Pd”.
“Se si votasse oggi – ha continuato Renzi dal palco della Leopolda- non ho dubbi che vinceremmo al primo turno. Oggi abbiamo sondaggi superiori rispetto a quelli che avevamo alle europee. Un leader vero non si preoccupa dei sondaggi ma li cambia, con le cose da fare, con il coraggio delle scelte prese”.
“Il Paese” e il “Pd” hanno bisogno di ritrovare “unità e responsabilità”, “nel Pd serve unità: c’è posto per tutti e non c’è qualcuno che ha diritto di stare dentro al Pd più di altri, non c’è nessuno che può sentirsi abusivo e nessuno che possa appuntarsi sul petto un’etichetta di sinistra perché altri non ce l’hanno. Il Pd è il partito del centrosinistra”. Lo ha detto la vice segretaria del Pd Debora Serracchiani dal palco della Leopolda. Unità e responsabilità, sono queste le due parole “chiave” con cui andare avanti perché “in un momento così difficile e pericoloso non è possibile che la politica si divida tra chi dà sempre le lezioni e chi è sempre sotto accusa, un paese frammentato non serve nemmeno all’Europa”.
“A chi a sinistra del Pd pensa ci sia spazio fuori dal Pd dico che dovranno assumersi la responsabilità di lasciar spazio ai populismi” conclude la Serracchiani.