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12 May 2024
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Musica

Paolo Meneguzzi: “Corro via”

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E’ stato emozionante aprire la prima serata del Festival di Sanremo 2008?

Ho aperto la prima e l’ultima ed è stato molto emozionante anche perché sapevo che, in quei momenti, c’era il massimo degli ascolti. Così tantissime persone hanno ascoltato la mia musica, circostanza a dir poco determinante.

Parlaci del tuo nuovo album “Corro via”.

È un album intenso, che parla d’amore, ma anche del sociale e dei problemi di questa nuova generazione: il problema di sentirsi qualcuno in questo mondo e di cercare di identificarsi, di trovare una posizione. “Corro via” è il titolo dell’album proprio perché si vuole fuggire da un mondo che non ci piace, che non ci appartiene, non solo per colpa degli altri, ma anche per colpa nostra. Perché magari non riusciamo a fermarci e a dire: “Ora facciamo qualcosa per noi e per gli altri”. Quindi è una fuga verso una luce e verso una speranza.

Sei contento di rappresentare la Svizzera all’Eurovision Song Contest 2008?

Si, sono molto orgoglioso, sono svizzero italiano e ne sono fiero; rappresentare la Svizzera mi fa veramente piacere, sin da piccolo guardavo la manifestazione e dicevo sempre che avrei voluto essere il cantante della Svizzera.

Se anche l’Italia avesse partecipato quale dei due Paesi avresti rappresentato?

Non so, sicuramente è una grande occasione promozionale in ogni caso, quindi se fossi capitato per l’Italia forse sarebbe stato diverso. Guardavo sempre il programma sulla TSI, immaginando ogni volta di essere il cantante svizzero… diciamo che, in caso, la scelta avrebbe di poco avvantaggiato la Svizzera.

Quando in Italia non eri ancora conosciuto, hai vinto il Festival Viña del mar. Qual’è la ragione del tuo successo?

La fortuna, la voglia di arrivare, di riuscire. L’aver saputo rischiare, andando in un posto che non conoscevamo e ricomponendo la nostra musica. Anche l’incoscienza di ragazzi che, non sapendo ancora a cosa vanno incontro in un Paese lontano, lasciano che le cose succedano da sé. Alla fine credo sia una concomitanza di fattori positivi.

I tuoi primi dischi sono usciti in Cile; che rapporto hai con questo Paese?

Ci vado ogni tanto; mi chiamano per interviste, mi scrivono tantissimi fan ai quali rispondo tramite e-mail; certo non riesco a rispondere a tutti, ma quando vedo una mail particolare rispondo volentieri.

Hai iniziato a cantare da giovanissimo, a otto anni hai ricevuto la tua prima chitarra e…non ti sei più fermato. Cos’è la musica per te?

La musica è tutto, mi fa vivere. È quello che faccio ogni giorno; mi alzo la mattina pensando alla musica e vado a dormire pensando ancora alla musica. Non solo la mia, ma anche quella degli altri; come chiunque amo ascoltare musica durante il giorno, trascorrendo così circa il 20% della mia giornata “ascoltando” musica per diletto; in più c’è la mia vita, che è dentro questo suono.

“Ricordati che” parla di una ragazza che parte lasciando solo il proprio ragazzo; cosa ti ha spinto a scrivere questa canzone?

(Ride) La ragazza del mio promoter è andata per sei mesi in America; l’ispirazione è nata da questo…

Hai un idolo?

Uno in paricolare no, ma sicuramente tutti i grandi tipo Michael Jackson, Madonna, Justin Timberlake…

E un cantante italiano?

Quelli classici, tipo Ramazzotti, Laura Pausini, Vasco Rossi…sono quelli che mi piacciono di più.

Qual’è la cosa che ti piace di più della Svizzera ?

Le montagne, le Alpi; ho registrato il video di “Grande” in una diga, in Ticino. Le nostre montagne hanno un fascino strepitoso.

Una canzone non tua, che ti sarebbe piaciuto cantare…

“Angel” di Robbie Williams (prende la chitarra e comincia a cantarla..)

Qual’ è l’obiettivo che ti proponi di raggiungere nella tua carriera?

Non mi pongo limiti, cerco di fare più promozione possibile. Dò sempre il massimo come forza ed energia, più cose ci sono meglio è per me, non rifiuto mai un lavoro, perché mi potrebbe portare successo.

Due delle tue canzoni sono dedicate ai tuoi genitori (Lei è; Da figlio a padre); che rapporto hai con la tua famiglia?

Ho un rapporto particolare, perché ci sono pochissimo e per questo a volte mi sento anche in colpa. Adesso i miei sono separati e non ho altri fratelli; quindi già ci sono poco, quando ci sono mi devo anche dividere tra mia madre e mio padre. Il tempo non è mai molto, io dedico tantissimo tempo alla musica e forse per questo sono anche un po’ egoista; l’energia che ho bisogno di recuperare per questo lavoro mi toglie tanto, spesso ho anche bisogno di star da solo. Quando stiamo insieme, però, ho con loro un ottimo rapporto e quando possono vengono a vedermi, come a Sanremo, ad esempio.

Che rapporto hai con il tuo pubblico?

Con il pubblico il rapporto è più “facile”, lo sento quasi più “vicino”… I fans sono ovunque, sotto casa, negli hotel, sanno dove trovarmi. Mi fa piacere fermarmi e fare qualche foto quando me lo chiedono. Ai concerti poi, quando cantano con me le canzoni, è davvero una bella emozione anche per me.

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