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2 May 2024
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Scrive chi legge

Prima gli italiani!

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore al Senatore Matteo Salvini

Egregio Senatore Salvini Zurigo, 

lei ancora non era nato nel 1967 quando il sottoscritto, insieme alla mia mamma e altri tre fratelli, (mio padre era emigrato nel 1957) siamo emigrati in Svizzera. Questo suo slogan “prima gli italiani”, razzista e xenofobo, l’ho già sentito tanti anni fa, esattamente nel 1970, l’allora anti straniero Svizzero si chiamava James Schwerzenbach, anche lui era per prima gli Svizzeri. Indisse un referendum per mandare via un bel po’ di Italiani perché avevano chiesto braccia ed erano arrivati uomini (Max Frisch). Anche allora gli anti stranieri Svizzeri, come adesso lei e gli anti stranieri italiani, dicevano che gli emigrati erano il problema. Invece si sono rivelati la soluzione per costruire case, strade, gallerie, ecc. ecc. sviluppo economico e finanziario e sociale e civile.

In quegli anni quando eravamo noi i “selvaggi” come quelli che sbarcano adesso in Italia, i nostri connazionali, diciamo meno illetterati, hanno usato bidoni d’inchiostro per chiedere il diritto a una casa e il ricongiungimento della famiglia per i loro connazionali emigrati. È vero che si dormiva nelle baracche, però niente di simile all’accoglienza disumana che l’Italia riserva ai poveracci dell’Africa, schiavi dell’opulenta Europa. Senatore Salvini, il principale compito del senatore è quello di discutere, modificare, presentare, emendare e approvare le leggi. Non fare il populista da strapazzo per qualche voto in più. Lei sa bene, meglio di me e di qualcun altro, che di fronte a questi grandi problemi di mancanza di lavoro, di redistribuzione delle risorse finanziarie, che interessano gli esseri umani, tutti, le chiacchere da osteria non portano da nessuna parte. Finché in Italia mancheranno – perché nessun governo dell’Italia unificata durante centosessant’anni di vita le seppe creare – le condizioni economiche, prima, le condizioni morali, lavoro per tutti, poi le regole di civile convivenza, non potrà mai il nostro Paese parlare di accoglienza e di integrazione.

Non pensi di distogliere l’attenzione del cittadino sulla maxi truffa ai danni dello Stato di 49 milioni sui rimborsi elettorali. Se non tutti sono stati spesi, dove si trova il restante bottino? 

Se voi politici rubaste meno, se faceste a meno dei privilegi, se rinunciaste a un po’ di stipendio da nababbo e se, invece di votare a favore del vitalizio ai pregiudicati e delinquenti, apriste un capitolo di aiuto da distribuire alla povera gente, che non sa come fare per arrivare alla fine del mese, questo sì, sarebbe un gesto degno, onesto, meritevole, stimabile e nobile.

Lei Senatore Salvini, è al di sotto della civiltà moderna: è inferiore alle esigenze del paese Italia, è un ostacolo alla democrazia, perché la democrazia è un nome vano, senza soggetto se non crei il cittadino nell’uomo. Ma mi faccia il piacere, si dimetta e vada a lavorare!

Cordialmente
Franco Avantaggiato

Le lettere nella rubrica “Scrive chi legge” riflettono l’opinione dell’autore e non necessariamente il parere della redazione. Gli articoli impegnano solo la responsabilità degli autori.

 

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