Ben trovati fedeli Lettori! Spero che l’anno sia iniziato nel migliore dei modi, e se non lo fosse che questo rappresenti un punto di partenza per attivarsi ad apportare dei miglioramenti.
Volevo destinare questo numero alla recensione di una serie tv italiana andata in onda su Canale 5 lo scorso novembre: si tratta di “Oltre la soglia”, dedicata ad un reparto psichiatrico che ospita adolescenti.
Questa serie è stata un tale flop di ascolti che la ultima puntata, oltre ad essere stata rimandata svariate volte, alla fine è andata in onda in seconda serata.
Non so quanti di voi sappiano di cosa sto parlando (potrebbe essere un invito a guardare le repliche!), ma senza che si conoscano i particolari sovviene una riflessione: siamo forse diventati così aridi da disprezzare una serie in cui si parla del disagio mentale nei giovani e preferirgli programmi a base di trash? Che poi, detta in questo modo, sembra che tale serie sia stata di una pesantezza infinita, ma questa non è la verità: non sono certo una esperta di critica televisiva, ma per quanto la tematica fosse impegnativa è stato veicolato un messaggio di speranza, di amore, in cui le relazioni di aiuto salvano la vita.
La realtà psichiatrica anche nei più giovani esiste e la popolazione va sensibilizzata al riguardo; quello che è successo con la serie tv è quello che succede giornalmente: ci si tappa gli occhi per non vedere la sofferenza, per considerare solo quello che ci fa comodo; ma l’umanità ci chiama a fare ben altro, a non distinguere tra normali e pazzi, a guardare all’altro che soffre, perché un ragazzo ossessivo-compulsivo o schizofrenico non ha più colpe di chi ha un tumore e ha lo stesso bisogno di aiuto.