Riceviamo e pubblichiamo la risposta del Console Paolucci al “commento intorno al messaggio ai connazionali del console a Basilea” di Gerardo Petta
Gentile Direttore,
mi affido alla sua comprensione e le chiedo di dare maggior diffusione a queste mie brevi precisazioni, senza alcuno spirito polemico, ma per chiarire ai nostri connazionali cosa realmente succede.
Con soddisfazione e compiacimento constato che anche membri rappresentativi della collettività italiana, non appartenenti alla nostra circoscrizione consolare, ci lusingano della loro attenzione.
Peccato che il commento apparso sul suo giornale sembrerebbe il frutto di una lettura occasionale.
La mia non è una comunicazione finalizzata al messaggio della Festa della Repubblica, ma quello che potremmo considerare un appuntamento periodico con la collettività della circoscrizione, iniziato a maggio del 2020.
Un appuntamento non certo per sbandierare meriti, ma con il quale intendiamo (il mio non è plurale maiestatis, ma una formula voluta per intendere il Consolato nel suo complesso e, soprattutto, i miei collaboratori), informare i connazionali e renderli consapevoli dei problemi, delle situazioni e delle difficoltà legate al rilascio dei servizi consolari, motivare le loro attese, gli eventuali rifiuti e tutto quant’altro possa servire a diminuire la distanza tra il ‘cittadino e l’amministrazione pubblica’, nel solco di quanto spesso si teorizza, ma non sempre si applica: “l’amministrazione trasparente”.
Non entro nel merito delle scelte e delle strategie di comunicazione dei colleghi (uno migliore dell’altro e senz’altro migliori di me) delle altre Sedi, perché la nostra è una scelta per favorire il dialogo e la trasparenza in un momento particolare che ha cambiato le vite di tutti e proprio quando l’informazione e la trasparenza nei confronti dei cittadini sono importanti più che mai.
Informazione e trasparenza, due parole che ognuno di noi, soprattutto quando si ricoprono ruoli nella collettività, deve valutare con attenzione specie quando si veicolano notizie, evitando di creare “disinformazione”.
A memoria, non mi risulta che ci siano disposizioni normative che regolino le aperture al pubblico in 6 ore al giorno per 5 giorni la settimana (30 ore di front office su 36).
Certo, chi usufruisce di un servizio può auspicare che questo sia fornito secondo proprio canoni, necessità, bisogni e urgenze: quindi ad un certo orario, per un certo numero di giorni/ore, magari di sabato, domenica o festivi. Auspicare è cosa diversa dall’essere consentito.
Ad ogni modo ringrazio lei ed il suo giornale di questo spunto perché mi dà l’occasione per ricordare che la nostra Sede a fronte delle 18 ore di front-office pre-COVID, dallo scorso autunno – dopo aver cercato diverse soluzioni che potessero dare maggiori opportunità di servizio alla collettività – offre un front-office di 26 ore la settimana, per sopperire e far fronte alle diverse problematiche legate al COVID, in modo da limitare, contenere e, talvolta, migliorare le prestazioni offerte. A tal proposito posso garantirle che le liste di attesa per i servizi presso il nostro Consolato si attestano al massimo di un mese per i passaporti e qualcosa in più per le CIE (carte d’identità elettroniche), considerando che questo è il periodo di massima richiesta e che i funzionari presenti a Basilea sono 14 (di cui 9 in front-office) a fronte di quasi 107.000 connazionali iscritti nella circoscrizione.
Certamente si può e si deve fare di più e lavoriamo ogni giorno perché sia così, ma per raggiungere questi traguardi è necessario l’aiuto anche dei connazionali e dei loro rappresentanti istituzionali, perché un’anagrafe in ordine, la comunicazione rapida da parte dei connazionali stessi dei cambiamenti anagrafici e di Stato Civile favoriscono il rilascio dei servizi e riducono le liste di attesa.
Ecco l’importanza dell’informazione, della trasparenza e della comunicazione.
Per quanto riguarda gli ingressi regolamentati da appuntamenti, che sono il futuro, oltre al presente, anche in questo caso, parliamo di personali desiderata. Infatti, gli appuntamenti sono molto apprezzati dai cittadini i quali vengono in ufficio con la certezza del disbrigo della pratica richiesta, anziché rischiare di doversene andare, spesso dopo lunga attesa e dopo lunghi viaggi, senza aver risolto nulla perché sprovvisti della documentazione necessaria.
Un caro saluto a lei ed ai suoi collaboratori ed un grazie per l’attività ed il lavoro che svolgete con tanta passione.
Pietro Maria Paolucci
Console d’Italia in Basilea