13.3 C
Zurich
1 May 2024
Image default
Scrive chi legge

Un commento intorno al messaggio ai connazionali del console a Basilea

Print Friendly, PDF & Email

Caro Direttore,

È  da lodare  il  messaggio che il Console Paolucci ha indirizzato agli oltre cento mila connazionali, residenti nella circoscrizione consolare di Basilea, nell’occasione del 75.mo anniversario della Repubblica Italiana. L’elogio tuttavia riguarda meno la sostanza della comunicazione consolare pur, certo, assai apprezzabile, quanto,  invece, l’insolita disponibilità al dialogo manifestata nell’occasione dal nostro diplomatico.

Si  ha l’impressione, per altro, che il Dr. Paolucci sia l’unico funzionario autorizzato dai suoi superiori a parlare sui media, marcando in questo modo una significativa differenza, ci sembra, rispetto a quanto fanno solitamente gli altri Consoli, i quali per lo più danno l’impressione di preferire le note di servizio o i messaggi all’indirizzo esclusivo dei Comites.

Anche a Basilea però c’è ancora molto da fare. Certo, registriamo con piacere la soddisfazione del Console per l’accelerazione impressa al lavoro di ufficio nei primi cinque mesi dell’anno,  anche se, a dire il vero, un analogo compiacimento non sembra riscontrarsi presso i connazionali e gli utenti, molti dei quali lamentano, oltre al funzionamento a singhiozzo della sede consolare, la difficoltà di accesso agli uffici.

Ecco perché gioverebbe ricevere notizie più circostanziate sull’andamento del lavoro nella sede di Basilea. Non abbiamo notizie, per esempio, sulle liste di attesa. Aumentano o diminuiscono? Non sappiamo inoltre se sia in programma un qualche progetto per ampliare l’orario di apertura degli sportelli, che, in buona misura, sono oggi chiusi e inaccessibili al pubblico. L’apertura degli sportelli, aggiungiamo, dovrebbe estendersi per almeno sei ore al giorno, per cinque giorni alla settimana, così come auspicato, del resto, da molti concittadini.   

Già soltanto questa misura, di concerto con l’auspicata informatizzazione delle postazioni lavorative, consentirebbe di ridurre, se non, forse, di azzerare le liste di ricevimento, sull’esempio per altro di quanto sperimentato in altri uffici consolari. Vi è infine una pressante richiesta, avanzata da più parti, la richiesta, cioè, di mitigare l’obbligo delle prenotazioni elettroniche o di quelle telefoniche, un obbligo, questo, che sta comprimendo il diritto di libero accesso agli uffici. 

È giusto ricordare che le domande sopra formulate avevano già trovato a Zurigo delle soluzioni brillanti, che il Coronavirus sfortunatamente ha contribuito poi a far demolire. 

Gerardo Petta
consigliere Comites di Zurigo

 
Le lettere nella rubrica “Scrive chi legge” riflettono l’opinione dell’autore e non necessariamente il parere della redazione. Gli articoli impegnano solo la responsabilità degli autori.

 

“Scrive chi legge”: la nostra rubrica dove i lettori possono scriverci per porre delle domande o per pubblicare un articolo dove esprimono le loro idee.
Scrivici anche tu a [email protected]

Ti potrebbe interessare anche...

Politica, giovani, rispettarsi e rispettare

Redazione

Il fascismo degli antifascisti 

Redazione

Lo Stato Ideale III – La supremazia dell’economia

Redazione

Lascia un commento

I cookies ci permettono di garantire la funzionalità del sito, di tenere conto delle vostre preferenze e consentirvi una migliore esperienza di consultazione dei nostri contenuti. Continuando a navigare sul nostro sito l’utente accetta l’utilizzo dei cookies. Accetto Leggi di più