Una passeggiata nel verde di un bosco o di un parco rafforza il sistema immunitario che così combatte meglio virus e batteri. Lo dice uno studio condotto dagli scienziati della Nippon Medical School di Tokyo e pubblicato sulla rivista medica European Journal of Applied Physiology. La conferma è venuta dalle venti persone a cui gli scienziati hanno chiesto di camminare per due ore in un parco ricco di alberi e piante: prima e dopo la passeggiata, con una serie di esami, hanno verificato la risposta del loro sistema immunitario, la pressione del sangue e i livelli di stress. Hanno così accertato che camminare nel verde migliora l’equilibrio del sistema immunitario, oltre a far diminuire la pressione e lo stress. A rendere benefiche queste passeggiate, secondo gli studiosi giapponesi sono i fitoncidi, sostanze che le piante producono sotto forma di oli per difendersi da funghi e da batteri e che si diffondono nell’aria dei boschi e dei parchi. Quando queste sostanze sono respirate esercitano un’azione benefica anche per l’uomo.
Se quanto scritto non fosse chiaro, a confermarlo è intervenuta una ricerca condotta dagli scienziati dell’Università Passo Fundo, in Brasile, che hanno scoperto che le donne prima e dopo la menopausa per stare bene in salute, devono riuscire a fare ogni giorno almeno seimila passi. Gli studiosi, infatti, hanno controllato un gruppo di quasi trecento donne tra i 45 e i 72 anni alla ricerca di una relazione tra la salute e il numero di passi fatti in un giorno. Ebbene, hanno scoperto che, in media, le donne quotidianamente fanno poco più di cinquemila passi e che solo quando si superano i seimila i valori dello zucchero e del colesterolo nel sangue e la percentuale di grasso nel corpo iniziano a scendere, con grandi vantaggi per la salute.
Esporsi per tutto l’anno al sole – sempre con le cautele e precauzioni raccomandate – permettendo al corpo di produrre sufficiente vitamina D, diminuisce il rischio di essere colpiti dal cancro del pancreas, che è una delle forme più gravi di tumore. Lo rivela una ricerca condotta dagli esperti dell’Università del Queensland a Brisbane, in Australia, e presentata a Lake Tahoe, negli Stati Uniti, alla Conferenza della Società americana per lo studio del tumore al pancreas. Gli scienziati hanno studiato per quattro anni lo stato di salute di un gruppo di oltre 1400 persone in tutta l’Australia e la quantità di raggi ultravioletti da loro ricevuta con l’esposizione al sole durante l’anno. In questo modo hanno scoperto che il rischio di ammalarsi di tumore del pancreas è del 25% inferiore nelle zone in cui il sole è più forte e l’esposizione ai raggi ultravioletti è più elevata, così come, di conseguenza, la produzione di vitamina D. Non solo: a beneficiare in modo particolare della radiazione del sole come protezione nei confronti del tumore del pancreas sono le persone con la pelle più sensibile al sole e facile a scottarsi: per loro, se si prende regolarmente un po’ di sole, il rischio di essere colpiti da questa forma di cancro si riduce addirittura del 50%.
Chiudiamo con due notizie flash. La prima è che pomodori e peperoni aiutano a prevenire l’ictus perché contengono licopene, una sostanza antinfiammatoria e antiossidante, la seconda è che una stretta di mano quando ci si conosce per la prima volta non si dimentica mai, in bene e in male. Dunque, ricordiamocene quando conosciamo una persona. Se poi il primo impatto è soddisfacente e si conclude con un’altra stretta di mano “memorabile”, allora nessuno e niente potrà far dimenticare quel contatto. Quando, infatti, il contatto è soddisfacente, nel cervello si accende una zona chiamata “nucleo accumbens” che regola i meccanismi di soddisfazione. Se la seconda stretta di mano è anch’essa positiva, si accendono le zone dell’amigdala e del solco temporale superiore. Pensiamoci durante l’estate quando conosciamo per la prima volta una persona interessante.