Il Governo elvetico ha trovato l’unità sulla strategia europea che prevede l’istituzione di un tribunale arbitrale. Inoltre, punta con convinzione all’accordo sull’elettricità
Non c’è stato l’azzeramento auspicato dal ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis. Nessuna rivoluzione dunque nella strategia rispetto al mandato dei negoziati adottati nel 2013, ma il Consiglio federale sa come procedere nelle vertenze tra Berna e Bruxelles. Il mandato negoziale, presentato da Cassis, prevede un’istituzione arbitrale indipendente per la soluzione delle vertenze. Questa proposta annulla di fatto i tanto famigerati giudici stranieri, così le decisioni non saranno più di competenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea (EU). Nel tribunale prenderanno posto un giudice o una giudice svizzera, un giudice europeo e un terzo nominato da Svizzera e UE, una soluzione che Cassis ritiene “globalmente accettata da entrambi le parti”. Il tribunale arbitrale è parte dell’accordo istituzionale che permetterebbe alla Svizzera di accedere al mercato europeo e regola cinque settori con altrettanti accordi bilaterali: sulla libera circolazione delle persone, sugli ostacoli tecnici sul commercio, sull’agricoltura e sui trasporti aerei e terrestri. L’accordo quadro dovrà essere lo strumento che regola e gestisce con efficacia i cinque bilaterali. Un altro mercato che sta a cuore al Governo elvetico è quello dell’elettricità sul quale punta con decisione per il futuro energetico del Paese, che presto uscirà dal nucleare.
Questi chiari contorni della strategia placano i due partiti avversi ai giudici stranieri, il PLR e il PPD, mentre l’esclusione delle misure d’accompagnamento dall’applicazione dell’intesa tranquillizza i partiti di sinistra e i sindacati. Il concetto europeo proposto da Cassis non ha fatto invece breccia nell’UDC, oggi l’unico partito che lo boccia, perché è troppo poco “azzerato” ed è una forma di “sottomissione all’UE”. La reazione dell’UE alla proposta svizzera è stata piuttosto positiva, perché è stata constatata “la ferrea volontà della Svizzera di lavorare a tutte le questioni aperte.” Ma restano alcune zone tabù. L’EU non è disposta ad accettare un tribunale arbitrale che decida, quando si tratta di una norma europea. Inoltre sugli aiuti di stato nel mercato e nello spazio europeo la sorveglianza spetta solo alle autorità dell’EU su tutti gli accordi per l’accesso al mercato. In generale, la strategia europea del Governo sembra potere ottenere la maggioranza sia in parlamento sia nella popolazione svizzera.
G.S.
foto: Ansa