Alla Space Conference il tema dei futuri vettori riutilizzabili
I razzi riutilizzabili rischiano di gettare nella polvere i lanciatori europei. Il programma della statunitense Space X (che non è sola nel tentativo) per lo sviluppo del vettore riutilizzabile Falcon 9 – che domenica prossima sarà sottoposto a un nuovo test – preoccupa l’Europa.
Il timore che il lanciatore riutilizzabile possa rivelarsi un concorrente in grado di oscurare Ariane 6 è stato espresso a più riprese durante l’ottava edizione della Space Conference, svoltasi a Bruxelles nei giorni scorsi, a cui ha partecipato anche il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston.
L’appuntamento annuale della Commissione europea per discutere di “space policy” ha affrontato i temi caldi del momento: dall’esplorazione di Marte alla gestione dei Big Data di osservazione della Terra, dalle prospettive dei satelliti di telecomunicazioni a quelle, nuovissime, dei micro satelliti di nuova generazione. Ma l’argomento che davvero ha tenuto banco – sottolinea l’Asi – è stato quello dei lanciatori. Non senza qualche apprensione per quanto sta avvenendo, in termini di passi avanti, oltreoceano. Citatissima, per fare un esempio, l’americana Space X con il suo programma di sviluppo del vettore riutilizzabile Falcon 9.
Philippe Brunet – a capo della DG Growth della Commissione Ue – ha più volte sottolineato come la Commissione abbia il diritto di far sentire la propria voce, essendo diventata ormai il principale acquirente dei lanci di Arianespace (l’azienda che commercializza i razzi europei) con decine di missioni per le costellazioni Copernicus e Galileo. “Senza gli ordini che l’Unione europea ha messo sul tavolo, non ci sarebbe nessun nuovo lanciatore” ha detto Brunet, aggiungendo “in quale altro settore il principale cliente non ha voce sui progetti in corso? Guardate bene, non ne troverete uno – se non il settore europeo dei lanciatori”. A Brunet – riferisce ancora l’Asi – ha fatto eco Franck Proust, membro francese del Parlamento europeo e vicepresidente della commissione parlamentare per lo Spazio e l’Aviazione, che ha specificato come, se è vero che il mercato europeo non è grande abbastanza da generare un ritmo di lancio capace di sviluppare tecnologie di razzi riutilizzabili, qualora questi ultimi dovessero prendere piede l’Ariane 6 rimarrebbe “nella polvere”.
Anche il presidente dell’Asi Battiston, nel suo intervento, ha avvertito che l’Europa non può stare a guardare nella nuova corsa allo spazio. “Il fatto che da noi non ci siano i venture capitalist per seguire il modello americano da una parte, oppure che abbiamo costi più alti rispetto ai cinese dall’altra, non è un buon motivo per stare alla finestra. I cicli tecnologici – ha sottolineato il presidente Asi – sono sempre più rapidi e dobbiamo agire”.
E sui Big data Battiston ha avvertito: “Anche qui è fondamentale fare in fretta e cercare vie nuove, perché senza un’efficiente e aperta gestione dei Big Data, non ci sarà la nuova Space Economy”.
Askanews