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9 May 2024
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Ginevra

Un verso dopo l’altro di Carmelo Vaccaro

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I pensieri dell’autore in 46 poesie sulla vita, l’amore e l’inesorabile scorrere del tempo

“La vita è un passo dopo l’altro” recita una delle poesie centrali di Carmelo Vaccaro. Potremmo forse mutarla a nostro favore per dire che la vita è anche “un verso dopo l’altro”, perché con la sua ultima pubblicazione di poesie, “Pensieri DiVersi”, lo scrittore ci permette di ripercorrere una vita – la sua certamente, ma anche quella di tutti noi – passo per passo.

Dalla nascita all’esser figlio, poi uomo e anziano, di verso in verso, tra terzine e quartine, Vaccaro ripercorre le età dell’uomo dove vi agiscono tutti i sentimenti, ora di gioia e ora di dolore, che la vita ci riserva. Emblematica è la poesia che apre il testo “Il tempo dei padri” che racchiude in sé le tematiche affrontate e che rendono un po’ tutto il senso di questa raccolta di poesie, prime fra tutte le tematiche dello scorrere del tempo e dell’elemento naturale. Non mancano infatti personificazioni e riferimenti alla natura, che siano elementi degli astri e della terra come cielo, fiori o animali.

Allo stesso modo non manca mai il riferimento al procedere del tempo, che sia il tempo universale o quello personale e intimo dell’autore stesso: “Il tempo in un’istante”, “L’assenza del tempo” sono alcuni titoli dove il tempo è palesemente citato, ma non mancano i riferimenti meno espliciti dove lo scorrere inesorabile del tempo è scandito da figure, eventi e descrizioni come quelle “rughe” che “scrissero tanti bei ricordi/ riflessero il tempo di affabili istanti”. Ma è chiaro sin dalla dedica all’anziano padre, che anticipa la poesia dall’esplicito titolo, dove lo scorrere del tempo universale e personale è cadenzato dall’alternarsi e il susseguirsi dei ruoli che un uomo assume durante la propria vita.

“Mio padre mi ha insegnato tre cose: a fare il figlio, a fare l’uomo e soprattutto, a fare il padre”.  Le tre età scandite dall’essere figlio, uomo e padre, quando, divenuto ormai “gigante stanco” di 85 anni, dispensa quella conoscenza che quasi sempre corrisponde nel “saper amare”. Già, perché l’amore è il forte sentimento che non manca mai in nessuna poesia di Vaccaro, ma sono presenti anche tanti altri sentimenti e stati d’animo altrettanto travolgenti, come il dolore, la gioia, la tristezza, gli affanni, il risentimento e la gratitudine, che animano i versi dell’autore. Sono sentimenti contrastanti, forti ossimori che fanno parte della vita stessa, così come “l’amore dà vita, ma anche dolore!” allo stesso modo il dolore “parlò d’amore” di quell’ultimo passo che porta alla conclusione del nostro cammino.

L’autore è già al terzo libro di poesie, dopo “Pensieri del cuore” (2006) e “Pensieri d’Amicizia” (2008), dove sono già esposte le sue riflessioni, con questi “Pensieri DiVersi” si dona apertamente al lettore mostrando gli aspetti più personali del proprio vissuto. In quella che possiamo considerare la più autobiografica delle poesie, “La madre di un figlio”, racconta il proprio distacco dalla madre e i sentimenti di gratitudine e di rimorso per l’allontanamento a causa del suo trasferimento all’estero. La figura femminile è sempre presente, la troviamo in quasi tutte le poesie e in tutte le forme possibili, potrebbe essere “Ella” a cui non si dà nome e struttura precisa, ma arricchisce e impreziosisce di mistero i suoi versi.

Non mancano neanche i richiami letterari e culturali, dall’Imitatio Christi, al “Se fossi io” con chiaro riferimento alla poesia di Cecco Angiolieri, ma dagli sviluppi completamente ribaltati, le 46 poesie di Carmelo Vaccaro con la varietà delle immagini e le innumerevole sfaccettature con cui affronta i temi della nostra esistenza, si offre come una lettura piacevole ma capace di indurre in profonde riflessioni.

Eveline Bentivegna

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