Conte: “Questo governo le promesse le mantiene”
Dopo tanti rimandi e polemiche, discussioni e rimaneggiamenti, le due manovre principali del governo sono stata approvate la scorsa settimana, giovedì 17 gennaio. Con “Questo governo le promesse le mantiene” è il premier Giuseppe Conte che in conferenza stampa introduce le due manovre approvate in questi termini. Le due manovre sono contenute in un unico testo contenente 27 articoli e suddiviso in due titoli, uno dedicato al Reddito di cittadinanza (Rdc) e l’altro alle pensioni. Il primo, il Rdc è definito “una misura di contrasto alla disuguaglianza e all’esclusione sociale volta a garantire il diritto al lavoro e a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione, alla cultura mediante politiche finalizzate al sostegno economico e all’inserimento dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro”. Gli interventi sulle pensioni riguardanti ‘Quota 100’ sono “finalizzati all’introduzione di ulteriori modalità di pensionamento anticipato e misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani”.
Ma cosa prevede il documento del “decretone”, come è stato battezzato, tanto voltuto dal governo giallo verde?
Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza
Il Rdc sarà un sussidio destinato a poco meno di 1,4 milioni di nuclei familiari in condizioni di bisogno e si rivolge ai cittadini italiani o oppure ai cittadini non italiani con una residenza di almeno 10 anni di cui 2 anni continui in Italia. Oltre a questo ci sono dei requisiti molto rigidi per rientrare nel Rdc e riguardano prima di tutto il reddito annuale che non deve essere superiore ai 6 mila euro l’anno per i single e 12 mila e 600 euro per le famiglie più grandi; un patrimonio immobiliare, oltre alla prima casa, non superiore ai 30 mila euro e un conto in banca non superiore ai 6 mila euro. Altre disposizioni riguardano la non disponibilità di autoveicoli, motoveicoli, navi e imbarcazioni da diporto. Questi requisiti d’accesso sono i medesimi per la pensione di cittadinanza. Per quanto riguarda le cifre, il sussidio si aggira tra i 480 e i 9.360 annui per un massimo di 18 mesi. Chi usufruirà del Rdc dovrà spenderlo, altrimenti il mese successivo subirà un taglio del 10% del beneficio.
Il Rdc viene riconosciuto dall’Inps ed è erogato tramite la Carta Rdc. Ai suoi beneficiari sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. Il Rdc può essere richiesto mediante modalità telematiche o presentate presso i Caf, centri di assistenza fiscale accreditati.
Il beneficiario del Rdc dovrà sottoscrivere il Patto per il Lavoro o per l’Inclusione sociale, partecipando alle specifiche iniziative formative previste e non potrà rifiutare le offerte di lavoro proposte dai Centri per l’impiego in base a specifici requisiti di distanza e di durata del periodo di disoccupazione. Il beneficiario del Rdc, infatti, dovrà accettare almeno una di tre offerte di lavoro congrue. L’offerta di lavoro si dice congrua quando si trova entro 100 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario nei primi sei mesi di fruizione del beneficio, oppure entro 250 chilometri di distanza oltre il sesto mese di fruizione del beneficio, mentre un padre di famiglia senza minori o disabili è tenuto ad accettare l’impiego ovunque nel territorio italiano (in questo caso continua a percepire il beneficio economico per i successivi tre mesi dall’inizio del nuovo impiego, a titolo di compensazione per le spese di trasferimento sostenute).
E infine le pene per chi dovesse truffare: “Puniremo i furbetti dell’Isee”, ha detto il premier Conte. Le pene prevedono la reclusione da due a sei anni, oltre alla decadenza dal beneficio e al recupero di quanto indebitamente percepito.
Quota 100
Si tratta di una misura pensionistica per ora “sperimentale” che resterà in vigore soltanto nel triennio 2019-2021 ed è una riforma che crea un canale aggiuntivo per andare in pensione a chi ha compiuto almeno 62 anni di età e ha versato almeno 38 anni di contributi. Viene dunque introdotto il diritto alla pensione anticipata, senza alcuna penalizzazione. Il decreto prevede inoltre la riduzione dell’anzianità contributiva per la pensione anticipata indipendentemente dall’età.
Occorreranno 42 anni e 10 mesi di contributi, se uomini, e 41 anni e 10 mesi di contributi, se donne. Maturati i requisiti, i lavoratori e le lavoratrici percepiranno la pensione dopo tre mesi.
C’è anche una “opzione donna” che prevede la possibilità per le donne di andare in pensione a 58 anni se dipendenti e 59 se autonome, con almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018. Con il decreto si supera la riforma Fornero e chi ha iniziato a lavorare prima di diventare maggiorenne potrà andare in pensione con 41 anni di contributi. Per i laureati sotto i 45 anni d’età c’è la possibilità di riscattare gli anni di università versando i contributi di circa 5.200 € per anno di università.
Di Maio difende il decretone
Non sono mancate le critiche contro il decretone e le manovre del Rdc e Quota 100, in particolare le critiche vengono da Pd e Fratelli d’Italia e puntano a screditare il Rdc, tanto che si parla di possibilità di un referendum abrogativo del Rdc. In prima linea Giorgia Meloni che, accogliendo la proposta lanciata dal direttore di Libero Vittorio Feltri, afferma che “Fratelli d’Italia è pronta a costituire i comitati per la raccolta delle firme per il referendum abrogativo del reddito di cittadinanza”. “La povertà si sconfigge solo creando ricchezza.- continua Meloni – Il costo complessivo del Rdc per il 2019 è di 7,1 miliardi: destiniamoli ad abolire la fattura elettronica, a pagare i debiti della Pa, a ridurre le tasse alle imprese che assumono. Ne beneficerebbe l’Italia migliore, quella che ha voglia di fare e chiede solo di essere messa in grado di dimostrare quanto vale”. Anche Matteo Renzi si è espresso negativamente sul Rdc, per l’ex premier “hanno fatto delle misure economiche che per noi sono sbagliate concettualmente, perché vanno contro il lavoro, perché fanno pagare ai giovani le pensioni. Ma loro le hanno fatte, adesso – conclude Renzi – vediamo se queste misure aiuteranno l’Italia a crescere. Con noi il pil era negativo ed è tornato positivo, con loro, secondo me, grazie a queste misure, torneremo in recessione.” “Io non so se ci sarà la recessione, ma a maggior ragione se ci sarà, rivendico la scelta di aver già destinato 11 miliardi alla protezione dei più deboli con il reddito di cittadinanza e quota 100”. In questi termini si difende dagli attacchi il vicepremier Luigi di Maio alle critiche. “La risposta degli ex paladini dell’austerità al ritorno dello Stato sociale è un referendum per abolirlo, perché dicono che siccome ci sarà di nuovo la recessione allora non si possono spendere soldi per i più poveri”, si può leggere in un post pubblicato sul blog delle Stelle.
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