Salvini: “Se i porti si chiudono o si aprono lo decide il ministro dell’Interno, perché funziona così”
Ad un mese esatto dalla formazione del governo giallo-verde, si è svolto l’annuale raduno leghista a Pontida che, dice Salvini non è da considerarsi un comizio, ma “una riunione di famiglia e mi piacerebbe che ognuno di voi portasse a casa un impegno, cioè che questa non è la fine di un percorso, ma un avvio. Quello che siamo riusciti fare quest’anno, dall’anno prossimo lo faremo a livello continentale” afferma il leader leghista sperando nella crescista del proprio partito.
Nel tradizionale luogo di raduno delle camicie verdi, Matteo Salvini quest’anno ha potuto esordire nella triplice veste di segretario della Lega, vicepremier e Ministro dell’Interno e “30 anni” è il tempo che il leader del Carroccio ha stimato per il suo governo. “L’Italia che governeremo per i prossimi 30 anni, si rassegnino i compagni, è un’Italia che non ha paura di niente e di nessuno” dice Salvini che non nasconde l’obiettivo di costruire un “Paese orgoglioso, diverso, fondato sulle autonomie”.
Durante l’intervento, Salvini non ha risparmiato parole per commentare l’attuale tema caldo degli immigrati. “I porti per chi aiuta chi traffica esseri umani sono e resteranno chiusi” afferma il vicepremier alludendo alle Ong, e rispondendo a chi gli chiedeva che cosa ne pensasse delle parole del presidente della Camera Roberto Fico, per il quale i porti dovrebbero rimanere aperti alle Ong che soccorrono i migranti, Salvini risponde tranquillamente che rispetta le opinioni di tutti, “ma c’è un governo che fa e c’è un ministro che fa”. Inoltre, “cercano di farci litigare con i nostri compagni di governo, ma non ci riusciranno. In questi primi mesi di lavoro ho trovato nei dirigenti Cinque Stelle persone oneste, coerenti e con la voglia di cambiare il Paese. Ma certo – avverte – se i porti si chiudono o si aprono lo decide il ministro dell’Interno, perché funziona così”.
E per quanto riguarda le vittime dei recenti naufragi, afferma “io non faccio speculazioni, a differenza di altri, sui morti. Se qualcuno muore a cinque chilometri dalle coste libiche è perché ci sono navi pronte a raccoglierli”. “Se qualcuno annega a pochi chilometri dalle coste libiche, senza che la guardia costiera italiana sia neanche stata contattata non vedo la connessione”.
Poi il Ministro passa alle accuse, “alcuni sciacalli sono arrivati a dire che la tragedia avvenuta l’altro giorno nel Mar Mediterraneo, a tre miglia dalle coste libiche, è colpa nostra. Ma io vorrei dire che ormai gli scafisti hanno capito che l’aria sta cambiando. Erano stati abituati ad arricchirsi di fronte a morte sicura migliaia di migliaia di bimbi e ragazzi perché tanto c’era sempre qualcuno disposto ad aiutarli nel loro mestiere di scafisti”. Per quanto riguarda l’accordo sui migranti raggiunto al Consiglio europeo, Salvini spiega che “finalmente si è discusso delle proposte italiane e siamo a metà dell’opera e soprattutto si sono accorti che possiamo dire dei no e se c’è bisogno li diciamo”.
“Il mio obiettivo – avverte – è che l’Europa protegga la frontiera esterna con Frontex, non fare ‘mal comune, mezzo gaudio’, redistribuendo i migranti”.
Come nella vita di tutti i giorni, anche nella giornata del raduno leghista gli slogan hanno dominato la scena: l’area di Pontedera era occupata da una serie di gazebo bianchi, uno per ogni regione italiana, a fare da corona al ‘pratone’ dalla parte opposta del palco, dove campeggiano slogan: ‘Il buonsenso al governo’ e ‘Prima gli italiani’ e poi ancora ‘Flat Tax subito’ e ‘Salvini liberaci dai clandestini’.
Gli slogan appaiono anche sulle maglie indossate sia dal vicepremier che da molti intervenuti con la scritta ‘La pacchia è strafinita’.
foto: Ansa