L’analisi del cervello di 28 specie di uccelli mostra che i volatili hanno un numero molto elevato di neuroni, anche più di alcuni mammiferi: per questo hanno inaspettate abilità
Se si vuole offendere qualcuno si farà bene ad evitare, d’ora in avanti, di apostrofarlo con il consueto “cervello da gallina” o “sei un pollo” visto che, stando alle ultime scoperte, il cervello delle galline, come quello degli altri uccelli, pur se piccolo, contiene un numero di neuroni superiore a quello di alcuni mammiferi e persino di alcune specie di primati. Si rischierebbe dunque di fare un complimento!
Ma vediamo nello specifico cosa hanno scoperto i ricercatori della Vanderbilt University, guidati da Suzana Herculano-Houzel e quelli della Charles University in Prague, guidati invece da Pavel Němec: misurando il numero dei neuroni presenti nel cervello di 28 specie di uccelli, dai piccoli diamantini agli emu (il secondo uccello più grande del mondo dopo lo struzzo), è venuto fuori che contengono mediamente più neuroni di quanti se ne trovino nei cervelli di mammiferi della stessa massa, alcuni primati inclusi.
Le conclusioni di questi studi sono state illustrate sulla rivista dell’Accademia americana di scienze (Pnas). Da tempo in effetti, diverse ricerche sottolineavano con stupore alcune particolari abilità degli uccelli, capaci di svolgere complessi compiti cognitivi, come realizzare ed usare strumenti, trarre conclusioni di causa-effetto, riconoscersi in uno specchio, risolvere problemi… tutte capacità che i ricercatori ritenevano fossero appannaggio dei primati. E allora come mai ci riescono anche gli uccelli con il loro minuscolo cervello?
La risposta andrebbe cercata nell’elevato numero di neuroni contenuti nella porzione anteriore del loro cervello, il proencefalo, ovvero l’area del cervello associata al comportamento intelligente, spiegano gli scienziati. “Abbiamo visto che gli uccelli, specie i pappagalli e gli uccelli canterini, hanno un sorprendente numero di neuroni nel pallium: la parte del cervello che corrisponde alla corteccia cerebrale, coinvolta nelle funzioni cognitive superiori come le pianificazioni per il futuro o il riconoscimento di pattern”, ha spiegato Herculano-Houzel: “Questo spiega perché gli uccelli mostrano livelli di cognizione complessi almeno come quelli dei primati”.
Nello sviluppare i cervelli la natura ha due parametri sui quali giocare: grandezza e numero dei neuroni e distribuzione nei diversi centri cerebrali e negli uccelli ha usato entrambi”, continua la ricercatrice. Ad esempio nel cervello d pappagalli e degli uccelli canterini c’è il doppio dei neuroni del cervello dei primati con la stessa massa, e dalle 2 alle 4 volte in più di quello dei roditori.
Non solo hanno una maggiore densità di neuroni, ma la proporzione di neuroni nel proencefalo è nettamente più alta. “Per molto tempo dire a qualcuno che aveva un cervello da gallina era considerato un insulto – ha commentato Herculano-Houzel – ora invece dovrebbe essere considerato un complimento”.