Dopo quasi 2 mesi di capriole diplomatiche e acrobazie politiche di vario genere da parte dei partiti, Mattarella infastidito per l’attuale situazione di stallo e la mancata formazione di un governo, dovrebbe fare il mea culpa, avendo lui stesso firmato l’attuale legge elettorale.
Le forze trionfanti emerse alle ultime elezioni del 4 marzo, sono quelle populiste per eccellenza (Lega e M5S). Queste elezioni segnano la pur provvisoria sconfitta dell’élite finanziaria, e classe dominante globalista, che veniva rappresentata politicamente dal PD e aveva come garante FI. L’obiettivo principale dell’élite finanziaria, è la desovranizzazione dell’economia, la rimozione coatta dei diritti sociali e del lavoro. Tramite il servilismo del PD, la globalizzazione del libero mercato, che ha provocato la privatizzazione di molte aziende statali, le grandi aziende transnazionali hanno di fatto sradicato la sovranità nazionale e monetaria di molti paesi inclusa l’Italia.
Le masse sempre più precarizzate, avendo identificato e aperto gli occhi sulla vera natura del PD di Renzi i cui interessi procedevano in direzione completamente opposta, hanno determinato la sua sconfitta. La gente chiede più diritti sociali, l’integrazione sul lavoro, per costruirsi una famiglia e vivere dignitosamente, e riappropriarsi di ciò che le è stato tolto, oltre ad un vero piano di accoglienza e integrazione dei flussi migratori di massa. Il M5S, è la forza più penalizzata dal Rosatellum. Da un lato non intende allearsi con nessuno, dall’altro non ha molti candidati forti e con l’esperienza e la notorietà necessaria a competere efficacemente nei collegi uninominali. Se vuole governare però deve allearsi con gli altri schieramenti, essere pronto a dei compromessi e andare come le parti opposte in conflitto, su molti temi presentati e promessi in campagna elettorale, irritando oltremodo i propri elettori, confusi nel caso di ritorno al voto.
La legge elettorale è stata pensata per favorire le alleanze, in particolare PD-Forza Italia (vedi patto del Nazareno 2014) e per impedire che un unico partito pur avendo la maggioranza dei voti, andasse da solo al governo. Questo caos salvapoltrone provocato, è previsto per non disobbedire all’élite finanziaria, che dell’instabilità politica ne ha fatto uno dei cavalli di battaglia, imponendo ciò che i mercati chiedono (austerità) e fregandosene della volontà popolare di fatto senza rappresentanza politica da moli anni ormai. È stato fatto il tentativo di far nascere una maggioranza dalle ceneri di uno scontro quinquennale tra M5s e Pd. Dato che il voto a ottobre non converrebbe ai mercati, aumenta la sgradevole puzza di inciucio che da un lato garantirebbe a tutti i partiti una sorta di crisma della coerenza, dall’altra potrebbe dimostrarsi una dimostrazione di come le scelte politiche degli elettori italiani non contino più una mazza. Intanto il pregiudicato di Arcore sta godendo, e pregusta qualcosa, visto che il canale di contatto con Matteo Renzi e i suoi, attraverso Gianni Letta, non si è mai chiuso del tutto. Mentre i nostri parlamentari continuano a percepire i loro previlegi e stipendi dorati, il parlamento cosa ha fatto in questi ultimi due mesi?
É delle ultime ore la dichiarazione di Di Maio di mettere fine a qualsiasi trattativa con altri partiti, dichiarandosi post ideologico e dicendo a Salvini di andare insieme a chiedere a Mattarella di ritornare a votare a giugno. Inoltre dichiara: “Visto che i partiti hanno paura del cambiamento, facciamo scegliere ai cittadini tra rivoluzione e restaurazione”. La Lega ha fatto nelle ultime settimane una campagna massacrante contro il M5S accusandolo di avere fatto delle alleanze con il PD. Non c’era nessuna alleanza ma alcuni tentativi per vedere se c’erano dei margini ma nulla scritto. Renzi che parla a nome del partito dopo che si era dimesso, è arrivato dicendo con i 5 stelle mai, dato che da anni è lui che detta ordini e regole all’interno del partito. Martina disperato agnello sacrificale dichiara che un partito così è impossibile da guidare.
Dopo la batosta elettorale in Friuli Di Maio si è reso conto che queste alleanze non paghino in termini di elettorato. Elettorato che dichiara leggendo i vari blog, o noi da soli o nient’altro, o all’opposizione o al voto. Avendo io seguito le campagne elettorali dei candidati, Di Maio è stato coerente, avendo sempre dichiarato “se non si dovesse superare il 40% proviamo con le alleanze o si ritorna al voto”. Esclusa una soluzione lampo pre-estiva, si passa all’autunno-inverno, sicuri che il Quirinale e, soprattutto Bruxelles, permetteranno un simile azzardo, non fosse altro per la situazione economica.
Con il budget europeo da discutere e il Brexit da gestire, oltre a tutte le crisi sul tavolo, dalla Siria alla guerra dei dazi alla Corea del Nord fino all’emergenza migranti, l’Italia naviga senza una guida nell’oceano delle incertezze. Per sgonfiare i consensi di Lega e M5S basterà un po’ di valzer dello spread, inventandosi qualche conto estero russo riconducibile al Carroccio, i soliti processi mai conclusi a Berlusconi, e lanciare una campagna a livello europeo contro le ricette anti-austerity dell’M5S. Il tutto condito da un martellante massacro mediatico, responsabilizzando il M5S e il suo fantoccio Di Maio dello sfascio attuale, della scelta di non allearsi con nessuno, di non dare alcun valore alla democrazia di essere arrogante e presuntuoso nelle mani di chi muove i fili dall’alto, ovvero la ditta Grillo-Casaleggio. Per dessert l’imminente crisi di governo sui provvedimenti economici in autunno, tensione sui mercati e con l’UE, voto in primavera accorpato con le europee e il gioco è fatto. Ecco che si potrebbe addivenire a più miti consigli, oltretutto con Forza Italia e PD felici come Pasque di garantire la fiducia a un bell’esecutivo di garanzia eliminando, le rogne politiche accessorie, ovvero M5S per Renzi e Lega per Berlusconi.
Il PD magari come soggetto politico personale di Matteo Renzi sulla falsariga di “En marche!” in Francia, sarà ben disposto di “salvare il paese”. Dunque il PD e la coalizione di centrodestra ritornerebbero nel ruolo di rappresentanza dell’élite finanziaria, che continuerà a tutelare i propri interessi? Le mie teorie sembreranno sballate, ma oso scrivere liberamente senza zavorre di appartenenza politica il mio pensiero. Poi il tempo svelerà il destino politico dell’Italia. Il potere politico un tempo si serviva dei capitali per mantenere il suo status quo, oggi è chi detiene il capitale che si serve della politica per tutelare i propri interessi. Prepariamoci dunque alla troika muniti di molta vasellina, o dopo aver fatto una legge elettorale decente si ritorni al voto così ogni schieramento si prende finalmente le proprie responsabilità? Si aspettano perturbazioni dei “mercati” in arrivo per imporre il governo dei “responsabili” quaranta ladroni o corazzata Kotiomkin.
Mario Pluchino