Ci racconti di lei…
Mi chiamo Pietro Antonio Muratori sono nato nel 1923 in Calabria, a Cittanova, una cittadina storica. È stata prima la guerra che mi ha strappato dalla mia Calabria e mi ha portato sul fronte per tre anni, dopo sono tornato nel mio paese, ma non vedevo un futuro.
Allora ho cominciato a vagabondare per l’Italia in cerca di lavoro e dopo tre mesi ho trovato un posto di qua e di là a Torino, per fortuna la professione che ho imparato è quella di sarto. Ho avuto tanti vantaggi durante la guerra con la mia professione, mi sono accorto che dei sarti tutti avevano bisogno come del medico, oggi è un altra cosa, ci compriamo i vestiti pronti, prima invece c’erano solo i sarti.
Mi sono trovato a Torino dove per tre anni ho fatto un tirocinio e poi mi sono messo in proprio con una sartoria per circa 6 anni, avevo tanto successo, ma sono capitate alcune cose, che a me fanno male, come arrivare ad essere controllato dalla guardia di finanza come imprenditore di una sartoria di lusso, mentre io avevo solo una piccola botteguccia, era troppo esagerato. Alla fine non potevo pagare quelle somme che gli agenti della Finanza mi chiedevano, insomma, avevo una piccola sartoria ed ero all’inizio della mia carriera e mi sono rassegnato.
E così ha lasciato l’Italia ed è venuto in Svizzera…
Sì, come tanti ho lasciato l’Italia e sono venuto in Svizzera, avevo 33 anni quando nel novembre del 1955 e, devo dire la verità, ho trovato in Svizzera il clima ideale e non me lo aspettavo. Avevo già un fratello qui e lui mi ha sempre parlato bene della Svizzera e non ne sono rimasto deluso. Già sul treno in viaggio per la Svizzera ho trovato un’accoglienza bellissima. Devo dire anche che avevo già una certa età e non avevo la valigia di cartone, ma una di cuoio, un ombrello di seta, un vestito bellissimo e un capellino!
Sono capitato in un vagone solo con degli svizzeri che tornavano dalle vacanze e già là tutti mi hanno accolto bene, anzi un ticinese mi ha detto di rimanere in Ticino e mi dato il suo bigliettino dicendomi: “se ha dei problemi mi può sempre chiamare”, perché allora erano i tempi di Schwarzenbach. Ero molto contento di tutta la gente così gentile.
Insomma, ho avuto sin dal primo giorno una buona impressione della Svizzera, il senso civico e l’ordine, l’organizzazione e la competenza erano così diversi dall’Italia. Ho subito imparato la lingua, ho lavorato per l’esercito svizzero, facevo le uniformi degli ufficiali e poi ho lavorato per la Swiss Air.
Ho avuto molta fortuna e ho trovato aiuto e accoglienza dappertutto, si accorgevano che sapevo e volevo fare qualcosa. Poi ho conosciuto mia moglie, ci siamo sposati e mi sono messo in proprio, ho aperto una piccola sartoria a nome di mia moglie perché io da straniero non potevo, ho avuto tanto lavoro e successo pure qui, ho fatto una vita semplice, non volevamo diventare ricchi, volevamo solo stare bene.
Poi però ha cambiato mestiere…
Ho fatto un corso di disegno elettromeccanico presso la grande ditta Schlatter e dopo 5 anni di tirocinio sono passato negli uffici delle progettazioni. Mi sono trovato benissimo, infatti dopo l’età di pensionamento mi hanno chiesto di continuare, essendo anche un periodo di crisi qui in Svizzera, ho lavorato due anni oltre ma dopo avevo ancora tutti i miei sogni nel cassetto e volevo andare in pensione. Uno dei miei hobby come si può vedere a casa mia è la pittura, il disegno: ho dipinto tantissimi quadri, poi ho anche scritto delle cose e ho vinto tanti premi. Ho una casa piena di lavori miei, non volevo mai soldi, ho lavorato sempre solo per passione, mai per vendere o per guadagnare soldi, solo come hobby di casa. Emigrare per me è stata una scuola, ma sono rimasto sempre l’uomo semplice che ero prima.
Ci troviamo a casa del signor Muratori, una casa molto accogliente e piena di capolavori che il signor Muratori in tutti questi anni ha creato. Si tratta dei suoi lavori artistici, schizzi, disegni, racconti, poesie…tutte prove della grande passione che ha per l’arte. Mentre ci mostra le sue opere entra anche sua moglie che felicemente ci racconta come si sono conosciuti:
“Da giovane accompagnavo la mia amica che era fidanzata con un sarto, allora un giorno ho visto Antonio e mi è subito piaciuto il suo vestito elegante come lo portano solo i sarti, mi ha chiesto se avevo voglia di prendere un caffè insieme e io ho accettato. Genitori e parenti, come potete immaginare, non erano molto contenti, uno perché era straniero e due perché abbiamo una grande differenza di età, mi dicevano che un giorno gli avrei dovuto fare da badante e invece è successo proprio al contrario.
Per colpa di diverse malattie ho bisogno del suo aiuto, ha 14 anni più di me, ma è sempre in gamba e mai arrabbiato. Il suo hobby lo tiene giovane e sano. Non ha mai preso medicine, la sua medicina è l’arte. Abbiamo tre figli meravigliosi, educatissimi e sempre preoccupati della famiglia, anche loro hanno dei figli, i nostri nipoti, siamo già bisnonni!”
Signor Muratori, con che occhi vede l’Italia di oggi…
Mi preoccupo per il mio paese, adesso si apprendono solo le cose di cronaca che non sempre sono rappresentative, poi ognuno la vede diversamente. Tante volte avrei voluto tornare nel mio paese, ma non mi trovavo più nemmeno con la mente.
…e la Svizzera?
La Svizzera mi ha fatto dal primo momento un’ottima impressione, come educazione civica della gente, come funziona tutto il sistema, non ho mai avuto difficoltà. Non sono venuto qua per portare le mie regole come fanno tutti adesso, sono venuto e mi sono adattato.
I nostri figli sono due di doppia cittadinanza e uno purtroppo era già troppo grande per riceverlo. Io sono rimasto italiano, non mi andava che dovevo pagare così tanto per naturalizzarmi. Ho sempre pagato le tasse, mi sono sempre comportato secondo le regole svizzere, ma dentro sono rimasto italiano. Io ho fatto la mia strada in Svizzera e mi sono portato avanti e ne sono molto fiero.