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20 April 2024
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La paura è una brutta bestia, la disinformazione però è peggio

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Che problemi come obesità e sovrappeso siano ampiamente diffusi nei Paesi industrializzati è ormai un’evidenza sotto gli occhi di tutti. Basta salire su un autobus o entrare in un’aula scolastica ed osservare i presenti.

Il confine tra una seria valutazione della situazione e una percezione alterata è però sottilissimo ed oltrepassarlo può avere conseguenze piuttosto serie.

In Italia, il 35% della popolazione adulta è in sovrappeso e quasi il 10% è obesa (dati Istat). La situazione non è affatto rosea, ma la sua percezione è addirittura peggio. Un’altra indagine statistica ha infatti evidenziato che ben il 55% degli intervistati, crede di avere un problema di sovrappeso. Questo contribuisce a generare una nevrosi del controllo del peso: il 25%, infatti, ammette di salire sulla bilancia almeno una volta alla settimana, e di questi il 40% lo fa ogni giorno o quasi (dati Fondazione Istituto Danone).

Che fanno dunque queste persone che si sentono, anche a torto, più rotondette di quanto dovrebbero essere? La maggior parte, uno su due intervistati, si butta su una dieta fai da te, riducendo drasticamente o eliminando ciò che ritengono più “ingrassante” e convertendo diversi prodotti “interi” in prodotti “light” o “free from”. Sale quindi il consumo degli alimenti (fino al 15% della spesa totale) e delle bevande (fino al 35%) “senza”: zucchero, grassi, glutine, lattosio e chi più ne ha più ne metta (dati di un’indagine su 40.000 famiglie pubblicata sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics).

Il problema è che questi cibi “senza”, nella maggior parte dei casi, non sono più sani, nonostante vengano percepiti come tali.

Ecco che quindi viene preferito un biscotto con meno grassi, ma più zucchero, o uno senza zucchero ma col dolcificante, o un latte senza grassi (e quindi senza vitamine liposolubili) o senza lattosio (ma con tutte le proteine che possono provocare una reazione di sensibilizzazione).

La morale? Correndo in fretta ai ripari, si rischia di provocare più danni che benefici.

La scelta di cibi freschi, poco elaborati e senza troppe modifiche rispetto all’originale sono ancora la via più sicura. Per tutto il resto, c’è una informazione seria, disponibile su fonti accreditate o presso un professionista della salute. Non abbiate fretta, ma acquistate sempre consapevolmente.

Tranquillizzanti saluti dalla vostra consulente alimentare

Tatiana Gaudimonte

[email protected]

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