Individuata la proteina che porta alla nascita dei boccioli
Arriva la primavera ed è tutto un tripudio di fiori che sbocciano regalando paesaggi incantevoli e profumi inebrianti. In Giappone l’arrivo della stagione primaverile coincide con l‘hanami’, tradizione millenaria che consiste nel celebrare il periodo della fioritura primaverile di alberi e piante, soprattutto i ciliegi, andando per parchi e giardini a godere dello spettacolo offerto dalla natura.
Così tra marzo e aprile moltissime persone si radunano per condividere questo messaggio di contemplazione e di gioia organizzando camminate ed escursioni nei parchi cittadini o nei più famosi giardini delle città. Al di là del profondo e significativo messaggio attribuito alla fioritura in Giappone, in tutto il mondo il fenomeno ha sempre appassionato scienziati e ricercatori che si sono sempre interrogati su quale fosse il processo chimico che dà il via a questa trasformazione di primavera che quasi simultaneamente interessa prati, piante e fiori: a chiarire il meccanismo che porta alla fioritura un gruppo di ricercatori del College of Arts and Sciences della Cornell University di New York.
Grazie alle loro ricerche, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, si è riusciti a determinare in quali cellule viene prodotta la proteina Flowering Locus T (FT), il potente induttore della fioritura senza la quale i fiori non potrebbero esistere.
Era già noto che il processo di fioritura inizia con la percezione della durata del giorno: alcune piante sbocciano quando le giornate iniziano ad allungarsi, altre invece prediligono le giornate corte. La pianta studiata dai biologi della Cornell University, l’Arabidopsis thaliana, appartiene alla categoria di quelle che iniziano la fioritura con l’allungarsi delle giornate. La percezione avviene a livello delle foglie che sintetizzano e trasmettono la proteina FT nel tessuto vascolare fino all’apice del germoglio, dove si trovano le strutture che daranno origine a nuovi fusti e foglie.
Qui la proteina FT promuove la formazione di nuovi boccioli. Ma se tutto ciò era già noto, adesso si conoscono anche le ‘vene’ delle foglie dove è prodotta la proteina, e che essa è generata in cellule analoghe anche in altre piante, come quella del tabacco Maryland Mammoth.
A riprova di ciò si è notato che una volta neutralizzate queste cellule la fioritura viene ritardata sia nell’Arabidopsis thaliana sia nelle piante di tabacco. Approfondendo le ricerche si è anche scoperto che la neutralizzazione di queste cellule complementari bloccava il processo di produzione della proteina FT a valle, ma non a monte, confermando quindi che la FT si origina in queste cellule e che la sua sintesi è regolata da un sistema molto vasto di segnalazione tra le cellule. “Capire dove è localizzata la proteina FT e come si coordina con gli altri fattori è importante per i coltivatori ai fini della gestione del tempo di fioritura”, ha osservato Qingguo Chen, primo autore della ricerca.