In vista della votazione federale del prossimo 27 settembre anche la comunità italiana di Basilea, in un incontro svoltosi in presenza presso la sede del Sindacato UNIA e seguito nei social da un numeroso pubblico, ha voluto esprimere le ragioni del suo NO all’iniziativa per la Disdetta (Kündigungsinitiative) promossa dall’UDC e da altre organizzazioni della destra xenofoba ed antieuropea. Al termine dell’incontro è stato discusso ed approvato il seguente appello.
L’ iniziativa per la disdetta dell’accordo sulla libera circolazione, se approvata dal popolo svizzero, determinerebbe conseguenze pesanti per tutte le comunità immigrate, compresa quella italiana. Con l’abolizione della libera circolazione e il ritorno alla vecchia pratica del contingentamento si produrrebbe un grave arretramento delle condizioni giuridiche, sociali ed economiche per tutti i migranti, in particolare per quelli di recente immigrazione. Gli effetti immediati riguarderebbero la perdita del diritto ai ricongiungimenti famigliari automatici, la difficoltà a cambiare residenza e lavoro nel territorio svizzero, l’accesso fortemente più condizionato alle varie forme di sostegno sociale. Per tutti poi si determinerebbe la cancellazione delle garanzie salariali e normative previste dalle «misure di accompagnamento», che hanno costituito un argine a fenomeni diffusi di dumping e di lavoro non regolamentato, consentendo a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori in Svizzera condizioni di lavoro dignitose. In fondo l’obiettivo, esplicitato dagli stessi esponenti dell’UDC, non è tanto la riduzione della presenza straniera, bensì quello di poter disporre di manodopera immigrata a basso costo e senza tutele !
La cancellazione della libera circolazione non riguarda però solo le comunità immigrate. Essa sarebbe un grave colpo all’economia e alle prospettive di sviluppo della Svizzera, con conseguenze negative che ricadrebbero su tutti, anche chi oggi si sente garantito. Infatti con la disdetta dell’accordo sulla libera circolazione, per effetto della «clausola-ghigliottina», decadrebbe tutto il pacchetto degli Accordi bilaterali del 1999, con conseguenze gravissime per il futuro di questo Paese in campi fondamentali quali il commercio, la ricerca e l’università, i trasporti, l’agricoltura. La Svizzera si ritroverebbe quindi nella condizione di paese extracomunitario, perdendo tutti i vantaggi che le relazioni con l’Unione Europea le hanno garantito in termini economici e sociali: una prospettiva di isolamento, anche politico e culturale, che non può non allarmare quanti hanno a cuore le prospettive di un paese in cui hanno stabilito i propri interessi e progettato la loro vita.
La comunità italiana di Basilea rivolge un appello alle forze politiche e sindacali svizzere, ai «doppi cittadini» con diritto di voto, ai tanti nostri amici e colleghi svizzeri o di altre comunità ad impegnarsi nei prossimi giorni, con ancora maggiore determinazione, per il NO a questa iniziativa xenofoba ed antieuropea. Noi vogliamo vivere in una Svizzera aperta e solidale, in cui tutti gli immigrati, a prescindere dal loro passaporto, abbiano dignità e diritti; una Svizzera capace di accogliere non solo la forza-lavoro necessaria per il suo sviluppo economico, ma anche donne e uomini, comunità che arricchiscano e rendano più belle la cultura e la vita sociale di questo paese! La convivenza di frontalieri, immigrati e svizzeri nella realtà di Basilea, con i suoi progetti innovativi nel campo dell’integrazione, costituisce per noi un modello positivo nel contesto della Libera Circolazione. Un NO convinto e fortemente maggioritario è necessario anche per rafforzare e ulteriormente sviluppare questo modello!
Comitato Unitario per la Libera Circolazione