9 C
Zurich
3 May 2024
Image default
Scrive chi legge

Diritto alla difesa o diritto alla resistenza? III (in attesa della guerra globale)

Print Friendly, PDF & Email

Premesse Mentre scrivo la luce è stata spenta su Gaza. L’IDF (Israel Defense Forces) ha tagliato le forniture di acqua, elettricità, carburante e cibo per “le bestie umane” che vi abitano. Nessuna testimonianza dei massacri che avverranno nel buio, senza immagini e comunicazioni. Nonostante i prestigiatori mediatici sottraggono tempo alla riflessione e il diluvio costante di dati e moniti proibisce il ragionamento, cercherò di fare un po’ di luce, mentre le istituzioni europee (non i cittadini) proiettano sui principali monumenti la bandiera israeliana, come a voler dire: “Forza Israele, avanti con la pulizia etnica dei palestinesi”! In questa bulimia dell’informazione con TikTok che educa i giovani e noi persi nei social o giochi demenziali piuttosto che le serie di Netflix, si erode il tempo della riflessione e mi chiedo come affrontare il tema, tenendovi concentrati e motivati per i prossimi 20 minuti. Non biasimare che non mi si legga fino in fondo e non si voglia prender tutto come vangelo, è comprensibile. Non confondete i miei pensieri e verità con i vostri, ma liberate le vostre di verità, difendendo il dissenso senza accarezzare il pelo a nessuno, senza esser profondi filosofi e avere in sé degli abissi… Noi tutti temiamo una verità capovolta dei i nostri valori, che colpisca nel segno esigendo una spiegazione. In fondo è questo che io chiedo a me stesso, oltre a completare i tasselli mancanti.

Sommario Questo spietato imperialismo, che nel suo “roading map”, della completa espulsione della popolazione palestinese in atto, si arricchisce di nuovi contenuti. Inizierò con alcune riflessioni per poi spiegare come senza alcun testimone le notizie vengono filtrate dai servizi israeliani, per citare alcuni eroi dimenticati senza distinzione delle parti. Merita spazio anche l’ipotesi complottista, seguita dalla questione dei fallimenti dell’intelligence israeliana, prima e durante l’attacco di Hamas, per tematizzare poi le ragioni e conseguenze del genocidio e rastrellamento a Gaza. Infine, la domanda su quale futuro o sogno possibile in quella martoriata regione?

Alcune riflessioni Dopo la narrazione democratica contro il terrorismo da sconfiggere, l’ipocrisia delle sanzioni ad Hamas (per quelle alla Russia L’UE ha pagato 185 miliardi di euro in “eccesso” per il gas) e la farsa sull’antisemitismo come distrazione o alibi al massacro in corso, tenterò di ricostruire questo puzzle ingarbugliato. Ribadisco la mia condanna sul commando che dalla prigione a cielo aperto di Gaza è partito e ha commesso atti di crudeltà ingiustificabili. Se Israele si difende dai terroristi, la Palestina inneggia a una guerra di liberazione abbracciando una lotta partigiana, come diritto alla resistenza. Lottando per le condizioni di vita di una popolazione di 2,3 milioni e la messa in un angolo da parte della “comunità internazionale” della prospettiva di una loro patria. Sottolineando che Hamas non è la Palestina né la sua storia, ma un movimento politico (democraticamente eletto) e armato, che trae forza dalla frustrazione e dai soprusi a cui sono stati soggetti i palestinesi dal 1948. Insondabile è la profondità della tragedia umanitaria che si abbatte sul corpo di persone innocenti, sotto lo sguardo impotente del mondo “eticamente evoluto”. La storia resta implacabile, ogni accadimento viene registrato e sebbene oggi appaia improbabile, non si può tuttavia escludere che i criminali impuniti, vengano un giorno chiamati sul banco degli imputati. Le notizie sempre più esigue del secolare conflitto israeliano, ormai passate al terzo o quarto posto nei palinsesti dei tg, dimostrano che la questione è ormai sfumata e non ci riguarda più di tanto. Il Target di fare lievitare gli indici di Borsa, indirizzano la spesa pubblica verso il business delle armi, il business della sicurezza e il business farmaceutico a secondo della situazione è stato ampiamente raggiunto. Guerre, terrorismo, pandemie, clima, cioè tutte le combinazioni dell’allarmismo e dell’emergenzialismo che alimentano il business della confusione e del caos. Mentre il “libero mercato” lo si lascia ai gonzi che ci credono, le trattative nel caso delle due guerre in corso vengono regolate direttamente tra le multinazionali e i loro politici di riferimento. Le complicità dei prescelti Corsetto, Berset e i Speranza di turno scattano in automatico, senza neanche sporcarsi dei nostri fantasiosi complotti. Il “bello” dell’essere impunemente criminali, come la Ursula von der Leyen e Bourla, risulta naturale e trasparente. Dovremmo noi nella nostra ebete euforia del consumo e del divertimento, e del menefreghismo in generale contrastarli? Per chi nonostante la sua agiata vita, non riesce a togliersi l’immagine degli oltre 10’000 bambini palestinesi fatti a pezzi e mutilati, spinti alla fame e alla malattia dalla terribile e codarda macchina da guerra israeliana, l’invito a leggere con il cuore piuttosto che la ragione. L’IDF e la sua macchina da guerra, implacabile coi deboli e gli indifesi quanto in forte difficoltà quando si misura con gruppi combattenti che adottano la tattica spesso vincente della guerriglia. Non mancano le distrazioni di massa come il femminicidio, i falsi litigi in parlamento sulla legge di bilancio le riforme sulle pensioni e il MES che ci verrà servito per l’Epifania a fuoco lento. Poi tutto rifluisce, arrivano i pandori della Ferragni e altri generi di intrattenimento. Intorno grandi ignoranze, distrazioni, titillamenti emozionali e le masse in piazze per dire basta al patriarcato morto da decenni e la lotta contro la diversità di genere (le donne). Si omette che sono più le morti in Italia di neonati da parte di madri scelleraste o sui posti di lavoro, e che il vero scopo è la demonizzazione del maschio e la distruzione della famiglia. Ridicoli gli interventi, dei vari subalterni dell’ormai demente Celentano, Pelù e Renga che esaltano il loro becere opportunismo. Le statistiche EU che non mentono piazzano l’Italia come uno dei paesi con il più basso tasso di femminicidi. Risulta sempre più difficile incontrare interlocutori dotati di conoscenza dei fenomeni scientifici, politici, storici, sociali ed economici. I nostri perfetti e inutili buffoni dei politici e i loro menestrelli dei giornalisti mentono spudoratamente, allontanandoci sempre più dalla realtà, e fanno ancor peggio, con il loro “politicamente corretto ma eticamente corrotto”, scoraggiando la partecipazione alla vita politica e incoraggiano il qualunquismo in alternativa alla resistenza sociale e alla lotta di classe. Nessuno che alzi la voce per dire un’amara verità. Se il massacro in corso a Gaza andrà avanti, fino alla evacuazione dei suoi abitanti, come programmato dai nazi-sionisti di Tel Aviv, questo potrà accadere esclusivamente per il sostegno militare e i dollari USA del capo-killer Biden in testa, il petrolio azero, arabo, brasiliano, russo, della complicità degli stati e dei luridi mass media italiani ed europei. L’amministrazione Biden accelera l’invio di munizioni a Israele, aggirando le procedure sulle esportazioni di armi, mentre con la fine dei rifornimenti cesserebbero anche i massacri. Senza dimenticare il cinismo degli altri falsi amici dei palestinesi (Turchia, Cina, Iran e CH) che osservano impassibili alla finestra l’orrendo spettacolo, studiando come poterne trarre il maggiore profitto dal sangue palestinese e sanzionando addirittura l’invaso piuttosto che l’invasore. Solo le masse distratte (o i corrotti) possono credere, che il terrorismo si combatta massacrando civili innocenti e distruggendo città popolate da milioni di persone. Ignorando deliberatamente l’odio e la brama di vendetta che cresceranno a dismisura tra i sopravvissuti per le prossime future generazioni.

Senza alcun testimone Tra i tanti strumenti ripugnanti in uso per mantenere il potere imperiale sui popoli del sud, vi è la pratica dell'”embedding” (incorporamento), che prevede che i corrispondenti facciano servizio in zone di guerra e di conflitto come parte di una determinata unità militare. I media corporativi USA hanno concesso ai comandanti militari israeliani i diritti di revisione, prima della pubblicazione di tutti i materiali filmati e registrati dai loro corrispondenti incorporati nelle IFD durante l’invasione di Gaza. Siamo rassegnati a intuire conflitti sanguinosi senza testimoni, creando un falso consenso scevro di partecipazione e preludendoci ogni forma di dissenso. Link di testimonianze

Eroi dimenticati Vorrei ricordare che da ambo le parti vi sono delle vittime innocenti, definiti effetti collaterali e strumentalizzati o, peggio taciuti e oscurati tramite la censura dei social USA.

  • Yotam, Samer e Alon uccisi “per un tragico errore”, mentre sventolavano bandiera bianca davanti a soldati dell’IDF, durante i combattimenti nella Striscia. I tre ostaggi di Hamas avevano tutti meno di trent’anni e pensavano di essere riusciti a mettersi in salvo. Erano a torso nudo ma non è bastato sventolare un panno bianco o gridare aiuto in ebraico per essere brutalmente uccisi
  • Shelly Tov, il cui figlio Omer è tenuto in ostaggio da Hamas, chiede al governo: “Bibi, Gantz e Gallant, avete fallito! Sappiamo che puoi decidere ora di garantire il rilascio degli ostaggi. Chiedo al mondo di non inviare armi e navi da guerra. Mandateci la pace, amore e riconciliazione”
  • Chiamo dall’intelligence israeliana. Abbiamo l’ordine di bombardare. Hai due ore’
  • Minori Palestinesi torturati Dal rapporto di Save The Children “Senza Difesa” la denuncia: “Minori di appena dodici anni ci hanno parlato di trattamenti veramente disumani subiti nel sistema di detenzione militare israeliano. Non c’è alcuna giustificazione per usare i cani contro i bambini, picchiarli o incatenarli a sedie di metallo”. Link
  • Ragazzi ostaggi di Hamas una sedicenne presente al rave Supernova, costretta alla sedia a rotelle da una distrofia muscolare, ha assistito all’uccisione del padre prima di essere catturata. In diretta Facebook si poteva assistere al dramma di una quindicenne di Nahal Oz, portata a Gaza dopo esser stata rapita nella sua forma più crudele. Nel video, la ragazza è stata ripresa in lacrime vicina alla madre, mentre assistiva all’esecuzione del padre e del fratello
  • Almeno 200 operatori sanitari sono stati uccisi nella Striscia di Gaza e un totale di 55 ambulanze sono state colpite dal fuoco israeliano, Oltre a 100 giornalisti e operatori media
  • Umiliazione pubblica di civili arrestati a Gaza I soldati IDF li obbligano in mutande e bendati li espongono al pubblico nei loro quartieri, facendoli sedere in gruppo sul marciapiede o sfilare per le strade, prima di chiuderli in prigione per poi rilasciarli, essendo essi estranei ad Hamas

L’ipotesi complottista è che i vertici israeliani sapessero dell’attacco, lasciandolo accadere per avere un pretesto sufficiente a scatenare la rappresaglia genocida odierna, come fine ultimo di tutta questa manovra di occultamento. Anche se Israele, non si è mai preoccupata di presunti complotti, per fare ciò che riteneva necessario. Secondo le forze israeliane di sorveglianza (donne) delle frontiere conosciute come tatzpitaniyot in ebraico, che significa “vedette”, sarebbe impossibile passare inosservati, dai sistemi di sorveglianza più sofisticati ed efficaci del mondo. Altro elemento da considerare che l’alta finanza sapeva in anticipo dell’attacco di Hamas e ha guadagnato milioni in borsa. A voi il giudizio.

I fallimenti dell’intelligence israeliana Tutte queste informazioni vitali dell’operazione “Diluvio di Al Aqsa”, sono sfuggite a Israele, e Netanyahu e il suo governo hanno perciò mentito al suo popolo affermando di essere stati colti di sorpresa da Hamas? I punti chiave interrogativi secondo l’inchiesta del Times sono un mix letale di superficialità e arroganza, unita ad una censura feroce.

  • L’attacco non è stato sferrato solo da Hamas, ma da quattro formazioni armate. Hamas, che ha fornito la parte essenziale delle truppe, la Jihad islamica (sunnita e khomeinista); il Fronte popolare di liberazione della Palestina (marxista) e il Fronte popolare di liberazione della Palestina-Comando generale (FPLP-CG). Lo scopo iniziale dell’operazione non era “uccidere gli ebrei”, ma fare ostaggi civili e militari, per scambiarli con i detenuti arabi delle prigioni di massima sicurezza israeliane
  • Secondo la CNN, Nonostante le note capacità tecnologiche di Israele in materia di spionaggio, Hamas è riuscita indisturbata ad addestrare uomini per l’assalto per almeno un anno. Ha costruito sei campi di addestramento a Gaza girandovi anche filmati propagandistici pubblicati settimane prima dell’attacco, condotto con obbiettivi precisi e meticolosi delle basi militari e dei kibbutzim
  • La politica interna del premier Netanyahu, con la sua contestata riforma della giustizia, ha provocato manifestazioni oceaniche che hanno indebolito il paese e incoraggiato il nemico

  • Israele conosceva il piano di attacco di Hamas più di un anno fa. Il Times descriveva l’attacco in dettaglio. I funzionari israeliani l’hanno liquidata come un’ambizione ignorando gli avvertimenti.
  • Il 5 ottobre la CIA ha avvertito il Mossad dell’imminenza di un’importante operazione della Resistenza palestinese unita. I servizi d’intelligence israeliana si sono riuniti per valutare la minaccia. Vi hanno partecipato lo Shin Bet (controspionaggio) e Amman (intelligence militare)

Le ragioni e conseguenze del genocidio ecco il bilancio dell’azione d’invasione di Gaza:

  • il congelamento degli Accordi di Abramo
  • le divergenze con gli Stati Uniti con l’impaccio dei paesi UE e la debolezza dell’ONU
  • l’isolamento internazionale e il potere deterrente in dubbio e i costi esorbitanti della rappresaglia
  • L’antisemitismo dilagante e la radicalizzazione dei palestinesi oltre alle perdite umane e militari
  • dipendenza crescente dai flussi finanziari che provengono dai gruppi evangelici statunitensi
  • la sensazione dei cittadini israeliani, che i loro militari non possano più garantire loro la sicurezza

Israele sa che non potrà distruggere la struttura militare di Hamas, ben trincerata in una fitta rete di tunnel e gallerie sotterranee che i bombardamenti non possono scalfire. Una volta finita la mattanza e sradicato Hamas, Il governo sionista prevede che Gaza non sarà governata dall’l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen, ma smilitarizzata e messa sotto controllo della sicurezza israeliana. Le conseguenze sulle azioni dell’IDF lasciano intravedere il funesto progetto di una seconda Nakba. Come in Cisgiordania, dove operano le bande criminali dei coloni armati che umiliano, opprimono e violentano un popolo intero, protette e affiancate da esercito e polizia. Ma il lancio giornaliero di missili di Hezbollah è così significativo che gran parte degli insediamenti e delle città al confine sono state evacuate con i conseguenti danni all’economia, e le crescenti tensioni interne. I costi sociali ed economici di una forza mobilitata di oltre 100mila soldati permanentemente immobilizzati nel nord si fanno sentire. La minaccia di un grande conflitto è palese, avendo Hezbollah ricevuto sistemi di difesa aerea Pantsir di fabbricazione russa e il sostegno iraniane per proteggere Beirut. Un altro fronte è nello Yemen del nord, dove ci sono gli Houthi, sciiti, i quali pare stiano da un po’ di tempo lanciando razzi e droni armati contro alcune navi mercantili di passaggio nello stretto di Bab al-Mandab, che collega il Golfo di Aden e prima l’Oceano Indiano e il Mar Arabico col Mar Rosso-Suez. Vi passa tra il 12 e il 14% del commercio mondiale. Un eventuale conflitto armato in zona, non farebbe che confermare la necessità della nuova Via del Cotone con cui Washington ha cercato di spiazzare sia la Via della Seta cinese, sia le nuove alleanze BRICS. È in costruzione una via ferrovia per arrivare sul Mediterraneo in Israele evitando lo stretto, il Mar Rosso e Suez. E questo piano è senz’altro in gran parte (non l’unico ma lo scatenante, probabilmente) del massacro iniziato il 7 ottobre. Altro obiettivo sionista che appartiene alla categoria della vendetta o pulizia etnica, non certo della lotta al terrorismo, è quello di affamare la popolazione palestinese, limitando l’ingresso a Gaza di cibo, carburante, gas per cucinare e medicine. Rendendo l’assistenza medica impossibile per gli oltre 50.000 civili feriti, al punto che persino i bambini (e ci si spezza il cuore al pensiero) vengono talora operati senza anestesia! L’IDF si supera bombardando le ambulanze e i pronto-soccorsi, scuole e rifugi. Al Jazeera riferisce che bulldozer dell’IDF hanno distrutto il cimitero di Sheikh Shaban, nella parte orientale di Gaza. I corpi sono stati riesumati e schiacciati sotto i bulldozer, distruggendo tombe, riesumando i cadaveri e poi mutilandoli. Parti dei cadaveri, compresi quelli di bambini, sono chiaramente visibili nell’area. (vi risparmio il video)

Quale futuro o sogno? Un giorno la verità emergerà, nonostante i media occidentali intrinsecamente parziali. Sogno che i sionisti al governo, possano spezzare la loro sete all’aggressione, tramite un processo di decolonizzazione, abbracciando la verità sulle origini del loro paese. Riconoscendo l’umanità dei palestinesi, entrando in empatia con la loro sofferenza, cultura e tradizione. Lo storytelling Occidentale promuove, la sopravvivenza del sistema neoliberista e l’evangelizzazione del verbo fondato sulla logica del profitto. Non basta scendere in piazza gridando “free Palestina”, avendo solo lo Yemen e l’Iran a lottare concretamente con la Resistenza palestinese. Washington sa molto bene che il modo più agevole per fronteggiare il proprio declino è destabilizzare il resto del mondo. L’avviso ai naviganti è di prepararsi alla tempesta, elevando un grido di protesta e di dolore per i crimini che a Gaza non hanno fine. E un nodo alla gola che mi prende e si accompagna una domanda, che vorrei porre a coloro che potrebbero mettere fine a questi orrori. Biden, Netanyahu, Meloni, Draghi, Crosetto, Macron, Putin e Bergoglio e altri camerieri scelti a caso, diteci, in tutta verità, qual è la vostra insana strategia e soprattutto cosa avete al posto del cuore?

Non si può essere felici finché intorno a noi tutti soffrono e si infliggono sofferenze; non si può essere morali fintantoché il procedere delle cose umane viene deciso da violenza, inganno e ingiustizia; non si può neppure essere saggi fintantoché l’umanità non si sia impegnata nella gara della saggezza e non introduca l’uomo alla vita e al sapere del più saggio dei modi”. (Nietzsche)

Mario Pluchino

Le lettere nella rubrica “Scrive chi legge” riflettono l’opinione dell’autore e non necessariamente il parere della redazione. Gli articoli impegnano solo la responsabilità degli autori.

“Scrive chi legge”: la nostra rubrica dove i lettori possono scriverci per porre delle domande o per pubblicare un articolo dove esprimono le loro idee.
Scrivici anche tu a [email protected]

Ti potrebbe interessare anche...

“La Basilicata tra Cultura e Tradizione”

Redazione La Pagina

Bimbo autistico cacciato dal doposcuola dell’Enaip 

Redazione

Racconto…stavamo peggio! Ma alla fine era pur sempre meglio!

Redazione La Pagina

3 commenti

Sandro Meier 12 January 2024 at 12:08

L’Europa, bandiera della democrazia, fá schifo, la bigotteria non si può sormontare. Una revoluzione ne dovrà essere la conseguenza, vedendo che non esiste più una legge universale che regga. Tutti qui col telefonino in bocca e siamo esterefatti delle informazioni ricevuti ? Ragazzi, muovetivi il culo !!!! La teoria dell’alta finanza che fà il suo taglio dovrebbe essere verificabile da entità regolatori. Sapendo che il mondo delle finanze reagisce in millisecondi, ovviamente ci saranno state delle opportunità per certi specolanti. Cinicamente sostengo ironico l’arroganza e supremazia israeliana a negare le informazioni esistenti ad un attacco surreale ? Oppure l’hanno incluso nel masterplan per annientare il nemico ? Sono macchiavellici i Mossad. Grande articolo !!

Rispondi
Angela 16 January 2024 at 09:00

Leggo spesso i tuoi articoi, non sempre sono d’accordo, però mi piace che tu guardi il mondo con uno sguardo diverso. Chiamare l’attenzione al femminicio “distrazionidi massa” quando nel nostro paese questo è un problema reale perché ogni donna uccisa è una di troppo mi ha lasciato lamaro in bocca!

Rispondi
Mario 17 January 2024 at 16:36

Cara Angela, ogni persona uccisa per mano di malintenzionati, sul posto di lavoro, nel traffico, per cause ambientali o di malnutrizione è una di troppo. Per distrazione di massa intendo che si focalizza l’attenzione nel caso del femminicidio, mentre è in corso un genocidio e deportazione di massa a Gaza. Facci caso che mentre in molte citta europee migliaia di agricoltori hanno bloccato le strade con i loro trattori, creando seri problemi al traffico, da noi nessun tg che ne parli, mentre si dedica alla cronaca, metà dei notiziari. Mentre si tirano fuori dai cassetti processi di 30 anni fa, la commissione europea cambia le regole sulla censura nelle piattaforme in internet. Mentre l’OMS riceverà a breve il consenso per stabilire le prossima pandemie con le restrizioni che i stati firmatari dovranno accettare, noi veniamo educati sui problemi reali stabiliti dai professionisti dell’informazione. Mi meraviglia che consideri che io guardi il mondo con uno sguardo diverso, mentre da anni cerco di colmare con le mie analisi e riflessioni un mondo diverso e strano per coloro che si nutrono di un serivio informativo servito e impacchettato, senza diritto di replica. La realtà non è lo schermo della tv o del cellulare, ma vallo a spiegare alle masse belanti che si nutrono e alimentano le grandi companie tecnologiche giornlamente con il loro incessante navigare. L’amaro in bocca me lo lasciano i nostri politici e giornalisti che non si ribellano (per opportunismo) ai loro superiori, denunciando i crimini in atto nella Striscia di Gaza, e nel Donbass dal 2014 in poi, e tante altre cose da me raccontate perchè appunto taciute. Vergogna ai nostri rappresentanti che sono solo dei cagnolini da riporto. Grazie per l’intervento sempre costruttivo. Mario

Rispondi

Lascia un commento

I cookies ci permettono di garantire la funzionalità del sito, di tenere conto delle vostre preferenze e consentirvi una migliore esperienza di consultazione dei nostri contenuti. Continuando a navigare sul nostro sito l’utente accetta l’utilizzo dei cookies. Accetto Leggi di più