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3 May 2024
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Scrive chi legge

Il mio pamphlet II (più warfare e meno welfare)

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Affollato di pagliacci rumorosi è il mercato, dove le mosche velenose saranno padrone, e il mio servizio sarà di divenire un cacciamosche implacabile. Per capire la geopolitica, bisogna seguire i soldi, così mentre l’UE sta riducendo la sua dipendenza dall’energia dalla Russia (o perché Putin sta chiudendo i rubinetti), Biden ha promesso a Bruxelles di aiutare a raggiungere questo obiettivo (parliamo del 15% del fabbisogno nazionale). Sono le compagnie private che producono petrolio e gas (GnL)negli USA e non il presidente o il congresso, a decidere sul prezzo e a chi destinare i loro prodotti. Nessuna economia ne uscirà illesa, essendo i mercati globali del petrolio e del gas sempre più politicizzati. Non ci beviamo più la narrativa di Putin responsabile principale dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi energetici e magari del cambiamento climatico. La Casa Bianca ha speso soldi durante la pandemia di Covid come un marinaio ubriaco e la Fed ha attivato le macchine da stampa ad alta velocità per finanziare le spesi folli, contribuendo all’innalzamento dell’inflazione. Intanto il costo della vita esplode. con cinquanta euro vai al supermercato e paghi a malapena l’aria condizionata (a breve razionata) per tenere fresco il locale una mezzora. Mentre Draghi ci insegna che la libertà si paga, è un privilegio, oltre al razionamento dell’acqua, a causa della siccità che ci divora, per finire con le emissioni di CO2, per la prossima parentesi emergenziale di stampo ambientalista.

La dottrina Wolfowitz è un indirizzo di politica estera degli Stati Uniti d’America teorizzato dall’allora Sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz, contenuto nel Defense Planning Guidance for the 1994–99. In esso si delinea una politica di unilateralismo e azione militare preventiva per sopprimere potenziali minacce da altre nazioni e impedire alle dittature (chiamati paesi canaglia) di raggiungere lo status di superpotenza degli USA. Di fatto le tante azioni imperialiste e criminali degli ultimi decenni, ha unito saldamente Cina e Russia e i cosiddetti paesi BRICS, che con le loro grandi risorse, stanno sfilandosi dall’uso del dollaro come valuta di riserva per il commercio internazionale. L’effetto sarà il collasso dell’economia USA già in affanno, e conseguente caduta dell’Impero. Esiste un limite a tale follia, di volere controllare il pianeta mediante il potere militare, di cui la dottrina Wolfowitz ne è il suo caposaldo? Sembra l’unica risorsa che gli USA e il loro alleati europei hanno, in questa mondializzazione contemporanea che non può più contare su un Sud sottomesso all’Occidente. Al contrario, le ex colonie sono diventate delle potenze economico-politiche, incapace di mantenere la sua egemonia, se non con l’uso delle armi, delle sanzioni e il ricatto del debito accumulato. Accecati da un delirio guerriero, ignorando che il nord del mondo costituisce una minoranza sia demografica, come del consenso e della disponibilità delle risorse energetiche e alimentari oltre all’intera macchina produttiva saldamente in mano ai paesi asiatici con in testa la Cina. In due parole: Democrazia vs. Autarchia.

Il vero nemico della pace nel pianeta è la macchina da guerra americana, che consiste negli interessi economici e di potere del complesso militare/di sicurezza statunitense e nell’ideologia egemonica dei neoconservatori. Con le donazioni delle campagne politiche dell’industria degli armamenti, esse esercitano il controllo sui funzionari eletti e poiché i neoconservatori con la loro dottrina Wolfowitz sono i principali artefici della politica estera degli Stati Uniti, non ci sono gruppi di interesse o leader politici in grado di sfidare il loro dominio. Essendo ricchi e onnipotenti, il loro intento guerreggiante, non richiede il sacrificio di soldati americani, bensì la minaccia permanente di un conflitto mondiale. Mantenendo interi paesi in uno stato emergenziale costante, il complesso militar-industriale e le varie multinazionali ottengono il potere bramato, e i politici e giornalisti il loro lurido compenso. In questa partita finanziaria, i civili nei paesi da loro controllati sono solo ostaggi del loro militarismo. La sventura dell’umanità per i prossimi anni è racchiusa in questa frase di Biden, guerrafondaio come tutti i presidenti democratici, ma forse il peggiore: «Far sì che l’America, ancora una volta, guidi il mondo”. I padroni del vapore e i loro vassalli, saranno sempre mosche velenose, e tutto ciò che in noi ancora resiste ed è grande, non fa che renderli più desiderosi di nuocere. Là dove spira un vento rude e impetuoso di inganno, la non sorte non è di divenire un cacciamosche.

Il Ministero della verità mente sapendo di mentire, con tutti i suoi menestrelli addetti al mainstream, è nettamente più forte dei media alternativi. Questi ultimi poi cadono a volte in tentazioni complottiste, prestando il fianco alla denigrazione dell’intero lavoro di indagine svolto da altri, rendendo inattendibili, alle masse le fonti dell’attivismo del web”. È tutta una menzogna, ho pensato guardando Rai News domenica 11 luglio. Dall’ignorare le origini del conflitto, su chi lo stia esacerbando e prolungando, su chi lo stia perdendo e vincendo. Cancellando con scialbe e banalissime parole la vicenda di Julian Assange, e allarmandoci con i contagi in aumento, e degli hub dei centri vaccinali in allerta. Mentre i Måneskin trionfanti al circo massimo con 70’000 giovani deliranti in piedi e a petto nudo saltellando e abbracciandosi, mentre il leader Damiano urla sotto uno scrosciante applauso “fuck Putin”. Se avesse gli attributi o la cultura urlerebbe “free Assange”! Ma ciò urterebbe i loro agenti e in breve tempo ritornerebbero ad esibirsi in via del Corso a Roma! Ritengo responsabili e complici tutti i conduttori dei talkshow televisivi, degli artisti, cantanti, intellettuali o i cosiddetti “influencer”. Quando il quadro storico sarà chiarito, verranno alla luce i veri complottisti e nemici del popolo, si potrà fare una stima delle vittime, sia della falsa pandemia, come delle vittime sociali causate dall’economia, e delle conseguenze del conflitto in corso, dovrebbero essere processati e radiati, per complicità, calunnia e tradimento ai valori che egli stessi proclamano. Ogni mistero della vostra intima e misera natura dovrà venire alla luce, facendovi giacere al sole spogliati e infranti, allora la vostra menzogna sarà separata dalla vostra verità, e noi vivremo in un mondo migliore.

Il diritto al dissenso Che valore ha il consenso dove il dissenso è ostracizzato, censurato, e non vi è un libero confronto fra le idee? Vi è un abisso, tra la narrazione delle reti pubbliche, e le voci crescenti ignorate ma non più isolate di minoranze crescenti e sofferenti che dall’inizio del 2020 esprimono un pensiero, un sentire, un’opinione forse perfino maggioritaria, che emerge nei social, affiora nei sondaggi, si trasmette col passaparola. Queste voci hanno studiato e subito esperienze drammatiche, e sono tagliati fuori dall’impero del consenso, ma hanno formato dei movimenti per condividere informazioni utili, che senza il timore di sanzioni, radiazioni o linciaggi o gogne mediatiche, hanno indotto dei validi professionisti dell’informazione, sanità o politici, a confessare le loro vicende. Siamo liberi di esprimere ogni pensiero, spesso censurati dalle 5 sorelle big-tech “GAFAM”, ma le nostre analisi che possano verticalmente infastidire il potere mediatico, sono una nicchia per pochi affezionati. Quindi questo dissenso o populismo è ininfluente sul piano dell’iniziativa politica. Serve altro.

La partecipazione politica Osservare i numeri è un esercizio irrilevante, dove l’astensionismo è la chiave per realizzare una democrazia senza popolo e il tecnico sostituisce il politico. L’obiettivo non sarà di scegliere tra opzioni diverse, ma quello di affidarsi agli automatismi del cosiddetto pilota automatico, dettato da chi gestisce il denaro, vero motore di ogni decisione politica. In merito al loro fallimento nell’operazione Ucraina, cadranno come mosche i vari premier atlantisti Johnson, Macron e Draghi per non parlare di Biden, che a suon di maggioranze corrotte, impongono una guerra al loro fornitore di energia senza in realtà poterne fare a meno sul serio e così incendiando i prezzi. S’infiamma l’inflazione, manca il grano, le materie prime schizzano nell’iperspazio, la globalizzazione è ripudiata, e il titolo in cartello recita “democrazie vs autocrazie”. Il piano più warfare e meno welfare, è destinato a fallire, come il modello economico “trickle-down” e tutte le forze politiche che li sostengono, facendo finta di litigare di tanto in tanto, o proponendo referendum comprensibili agli addetti, e quindi inutili per la mancanza del quorum necessario. Sempre più cittadini percepiscono l’effetto autolesionista delle misure di sanzione ed embargo, a cui cerca di far leva Salvini, con le sue trovate di capitano della pace grottesche, sia nei modi poco diplomatici adottati, o di strumentali negli obiettivi, nello sprezzante sul desiderio di volare a Est, ma sempre pronto a votare ogni richiesta di Washington pardon di Draghi. La Meloni all’opposizione vota ogni decreto, come anche il trasformista Conte, mentre Letta insiste per una impennata “umanitaria e militare”. Come se le potenze liberali, in quanto garanti dei diritti al loro interno, sono, oltre che le più legittimate, anche le sole autorizzate a muoversi con la forza come guardiani globali delle libertà. Il chierichetto Di Maio (che di certo non tornerà a vendere bibite), di fatto scinde il M5S, dato che (pensate) ancora possedeva la maggioranza di deputati in parlamento e sorridendo dice “questa è una decisione sofferta”. È palese che da parte dei grillini si facci di tutto per aggirare la regola dei due mandati, ma la domanda è chi li voterà la prossima volta, (a parte quelli che hanno preso il reddito di cittadinanza), ammesso che ci sarà una prossima volta? Mentre ulteriori strette autoritarie per prevenire e schiacciare le incipienti proteste popolari sono in arrivo, sul fronte d’opposizione, i movimenti di resistenza stanno procedendo ognuno per conto proprio. I piccoli e litigiosi partiti sorti negli ultimi anni dovrebbero agire per costruire questo fronte ampio, invece sordi alla domanda di unità che viene dal basso, in preda alla febbre elettorale, smaniosi di primeggiare, si sono costituiti ben tre poli partitici in aperto conflitto fra loro: Italexit con Paragone; l’Alleanza per le libertà con alla testa il 3V di Luca Teodori e, ultima arrivata, la nascente coalizione tra i transfughi 5 stelle di Alternativa e Ancora Italia di Francesco Toscano. Una divisione sprecata, che indebolisce la resistenza sociale e politica e, in vista delle elezioni del 2023, rende altamente probabile un comune disastro elettorale, mentre uniti avrebbero potuto superare o sbarramento del 3%. Sarebbe auspicabile e doveroso, che i militanti politici e cittadini che hanno animato l’opposizione sociale e politica negli ultimi due anni, facciano sentire la loro voce, spingano per l’unità, sorprendendo ciò che si augura il loro comune nemico, che la divisione persista e si cronicizzi. Ma ci penserà la riduzione dei parlamentari nella prossima legislazione a frenare ogni loro ambizione democratica.

La pace internazionale potrebbe essere favorita dalla capacità dell’Europa di svolgere una funzione di equilibrio strategico, liberandosi dall’unilateralismo imperiale degli Stati Uniti e dandosi assetto multipolare. Sostengo che l’ordine mondiale dipenderà dalla capacità dell’Europa di essere ‘europea’ e cioè sempre meno atlantica e sempre meno occidentale, orientata a svolgere un ruolo autonomo nel Medio Oriente e nell’Oriente asiatico. L’emergere del “BIRCS” rischia altrimenti di fare del Pacifico il nuovo epicentro egemonico del mondo, emarginando ancora una volta l’Europa, il Mediterraneo e i loro valori. Quindi fuori dalla NATO e fuori dalla UE, due eresie che ormai possiamo solo pensarle a bassa voce, pena l’esclusione dai salotti che contano. La guerra in Ucraina, a gestione americana, prevede decisioni economiche comuni solo nel campo delle sanzioni e non nella solidarietà e nella condivisione delle conseguenze della guerra. Questo non farà altro che portare a una maggiore divisione fra i Paesi europei e fra le due sponde dell’Atlantico». La solidarietà nella politica, ma non nell’economia, produce tensioni sociali e recessione in Europa, risparmiando gli Usa. Siamo così distratti dal guinzaglio allungato in questa estate, vivacchiando come le cicale, e fregandocene al contrario della formichina, che l’inverno seguirà e non solo dal punto di vista stagionale? Prevedo che Biden subirà una pesante sconfitta alle elezioni di mid-term a novembre, il verdetto del campo di battaglia è inappellabile e le loro speranze sono ridotte al lumicino. NATO e Stati Uniti sono riusciti a perdere l’ennesima guerra, dopo quelle afgane e siriane. Cosa aspetta l’esecutivo a governare a favore degli italiani, e i partiti che si dicono contro la guerra a staccare la spina a questo governo, subalterno all’egemonia atlantica del governo Draghi, e dei suoi inutili scalda poltrone.

Ormai, la plebe ha voltato le spalle ai governanti, quando vide che cosa era ciò che essi chiamavano governare, il mercanteggiare e il patteggiare per la potenza con la plebe! Noi spettatori paganti, siamo simili a coloro che se ne stanno su la via e guardano oziosi la gente che passa, tali si soffermano anch’essi in attesa d’idee pensate da altri. Forse anche noi plebe, amiamo giocare con dadi falsi, e siamo sorpresi di amare il giocare con tanto ardore e ansimanti lo stesso gioco dei nostri carcerieri.

Mario Pluchino

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