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28 April 2024
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Interviste Italiani in Svizzera

Intervista al Signor Lupica Sebastiano

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Ci troviamo al centro del piccolo paese di Interlaken, dove il Signor Lupica ci accoglie prima nel suo bar e poi nel suo ristorante. Il Ferrari Bar, come dice il nome, è il ritrovo di tutti quelli che amano la Ferrari. L’interno, ovviamente, è rosso e vi si possono ammirare i modellini della Ferrari. Anche le lampade, create dal Signor Lupica, riproducono la forma del Ferrari Center a Dubai. Nel ristorante c’è un atmosfera molto accogliente, un ambiente italiano, un ambiente con ricordi degli emigrati italiani, con foto alle pareti che ricordano le persone che sono venute in Svizzera anni fa…

Si presenti, chi è, cosa fa….

Mi chiamo Sebastiano Ludica, vengo da Tortorici in provincia di Messina. Io mi sono trasferito l’8 gennaio 1963 in Svizzera. Ho lavorato per dieci anni a Grindelwald, in un ristorante ebreo, lavando i piatti. Mi ricordo ancora la prima volta in cui ho lavato i piatti in quel ristorante, è stato il  13 gennaio 1963, c’era un metro e mezzo di neve. Ho lavato i piatti mettendoli tutti insieme. Appena li hanno visti si sono messi a pregare. Dopo di che mi hanno spiegato che i piatti della carne e del latte vanno lavati e messi separatamente. Successivamente mi sono messo alla ricerca di un lavoro da falegname. L’ho fatto per 8 anni, trasferendomi ad Interlaken. In vita mia ho fatto tre traslochi: una volta a Grindelwald e due volte ad Interlaken. 13 anni fa, l’l’impresa dove lavoravo ha chiuso ed io avevo già passato la cinquantina.

Avevo deciso di non lavorare più, ma un mio amico svizzero mi ha detto che avevo un bel talento, che sarebbe stato un peccato smettere e che potevamo comprare una casa e rinnovarla. Insieme, abbiamo comprato tre case, poi siamo arrivati a possederne una quindicina. Ho diverse ditte, in proprio e anche in compagnia, la mia personale è Lupico Immobilien. Mi piace lavorare e lavoro anche molto, mi alzo alle 3 di notte e mi metto a fare progetti e a disegnare.

 

Lei, quando è venuto in Svizzera, è stato accettato subito o ha avuto difficoltà?

Io per fortuna sono per natura molto spontaneo, e non mi faccio problemi. Sono stato molto accettato. Era il tempo dei referendum promossi da Schwarzenbach, io non sono mai stato toccato personalmente. In confronto a prima, gli stranieri che sono venuti in Svizzera dieci anni fa hanno trovato un paradiso.

 

Lei non ha mai fatto esperienze di discriminazioni?

Io personalmente mai, però conosco tanti casi di cui ho sentito parlare.

 

 

Dice che lei è ben integrato qui in Svizzera?

Sì, ma io ho il passaporto siciliano. Io rispetto gli Svizzeri, sono delle persone molto corrette. Ho fatto parte anche di una banda musicale svizzera. Sembra che qui, a Interlaken, siano molto più accettati gli stranieri degli stessi svizzeri. Per esempio, il Comune è molto più gentile con gli stranieri, gli assistenti sociali ci aiutano di più se ne abbiamo bisogno.

Io mi sento integrato finanziariamente, se invece fossi rimasto in Sicilia, mi ritroverei solo con la schiena rotta.

 

Lei si sente anche un po’ svizzero?

No, io rispetto gli svizzeri, ma io sono siciliano.

 

Lei ha figli?

Sì, sono sposato, ci siamo conosciuti in Sicilia. Abbiamo un figlio di 34 anni, che vive in Italia con la nonna. Io volevo sempre ritornare in Italia e per questo ho portato mio figlio giù. L’idea era di stare qualche anno qui, per guadagnare qualcosa, anche per costruire la mia casa giù in Italia.

Poi mia moglie è rimasta di nuovo incinta di due gemelli. Mio figlio abitava dunque con mia, Senonché a mia suocera è morto il marito e quindi si sentiva sola e quando decidemmo di portare con noi mio figlio di nuovo in Svizzera, lei ne soffrì e pianse. Adesso mia suocera ha 94 anni e per mio figlio è come una mamma.

Un giorno, se mio figlio deciderà di non voler portare avanti le mie imprese, vorrei vendere tutto e donare tutti i soldi alla ricerca contro il cancro, ma ovviamente vorrei che non si arrivasse a questo.

 

Lei per ora non ha intenzioni di tornare giù in Italia?

No, non posso tornare giù, ho appartamenti di vacanza che affitto e che spesso sono occupati per  tutto l’anno. Sono tre anni che non vado in Italia, prima quando non avevo impegni, ci andavo un mese all’anno.

 

Lei ha aperto sia un ristorante che un bar. Ci racconti…

Ho aperto una pizzeria tre mesi fa e va molto bene. Il gestore che c’è è un professionista, è genovese. E’ una brava persona e ci sa anche fare con la gente. La nostra è una cucina casalinga, alla gente piace la cucina casalinga.

Qui ci sono tantissimi ristoranti. Sono aumentati negli ultimi due anni, sono soprattutto ristoranti indiani e cinesi. L’economia di Interlaken si basa sulla Jungfraujoch. Se non ci fosse la Jungfraujoch qui saremmo un paese di contadini. La pubblicizzano bene e sanno anche come venderla bene in tutto il mondo. Ogni giorno arrivano una sessantina di bus che vengono a visitare la Jungfraujoch, vengono da tutto il mondo. A luglio e ad agosto la maggior parte dei visitatori sono indiani.

 

Il bar si chiama Ferrari bar, giusto? Lei è un tifoso della Ferrari?

Non sono proprio un tifoso, ma mi piace. Noi in Italia sappiamo fare tante cose ma sono poche quelle che facciamo bene. La Ferrari è l’unico prodotto che tutto il mondo ci invidia. Quando ho tempo vado spesso alle riunioni dei Ferrari Club e quando vedo quelle macchine mi riempio di orgoglio. Sono bellissime macchine. Anch’io ho una Ferrari 348. Ne vorrei avere di più, ma mi accontento anche di una sola.

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