19 C
Zurich
4 May 2024
Image default
Interviste

Più valore alla comunicazione!

Print Friendly, PDF & Email

Cons_0003Intervista al nuovo Console generale di Zurigo, Francesco Barbaro

Signor Console, che incarichi ha rivestito prima di prendere l’incarico al Consolato di Zurigo?

Sono al Ministero degli Affari Esteri da un bel periodo, ho rivestito la carica di console a Maracaibo e a Porto Alegre ho lavorato anche all’Ambasciata italiana di Mosca e, prima di venire a Zurigo, lavoravo al Ministero degli Esteri nella direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali, mi occupavo di America Latina dove ho passato una buona parte della mia carriera lavorativa. È la prima volta che vengo in Svizzera, non sono mai stato qui, quindi per me è tutto completamente nuovo, una realtà che tuttavia trovo estremamente interessante.

In questi giorni ha avuto modo di farsi un’idea della realtà italiana in svizzera?

Sì, sono stato diverse volte alla Casa d’Italia, ho conosciuto i rappresentanti del mondo scolastico, ho incontrato i dirigenti della Camera di Commercio e anche alcuni gruppi di imprenditori italiani o di origine italiana attivi in Svizzera. Ho anche avuto modo di parlare con alcuni docenti dell’università di Zurigo. In questo mese e mezzo che sono qui, ho avuto un primo approccio con la comunità italiana e ho potuto notare che c’è una realtà abbastanza vitale.  Mi rallegra una comunità autorevole numerosa e soprattutto molto interessata e legata all’Italia, cosa che mi sembra assolutamente pregevole

Inoltre adesso il Consolato generale d’Italia ha una nuova struttura…

Beh questo è un edificio consolare nuovo, un edificio nuovo moderno. È stato fatto un grande sforzo per preparare degli spazi che possano agevolare anche il flusso, ma anche la permanenza, dei visitatori. Naturalmente vi sono ancora alcune cose da fare, però mi pare che nel complesso ci sia una situazione più che soddisfacente. In realtà il giudizio non devo darlo io, devono darlo i cittadini, gli utenti, sono loro che devono esprimere un giudizio su questo edificio consolare. Dalle prime impressioni che ho potuto raccogliere, mi sembra che mediamente ci sia una certa soddisfazione, ma, ripeto, ci sono ancora alcune cose che dobbiamo perfezionare e che verranno sicuramente realizzate.

Ha intenzione di apportare dei cambiamenti interessanti per gli utenti?

Io penso che il cambiamento più interessante riguardi la comunicazione. Penso che questo sia il nostro punto debole, quindi la mia idea è di valorizzare soprattutto i canali informativi tramite i media per comunicare meglio e soprattutto per ricevere meglio le richieste e i suggerimenti o anche le proteste e le critiche. Bisogna stabilire un canale di comunicazione, che al momento non è assicurato in maniera ottimale, proprio per ragioni tecniche perché uno degli strumenti più usati o che comunque si tenta di utilizzare è il telefono, ma, dalla prima ricognizione che ho compiuto, mi sembra di capire che non siamo ancora riusciti a stabilire un canale comunicativo più intenso più vasto e quindi una delle prime misure che ho preso, anche se in maniera sperimentale, è quella di intensificare la segreteria telefonica con l’indicazione precisa che se vi sono difficoltà di contatto telefonico, vi è comunque la possibilità di inviare un messaggio ad un indirizzo mail che viene indicato anche telefonicamente in modo che subito dopo o il giorno successivo si possa rispondere a ciascuno delle richieste.

Il flusso delle richieste in arrivo è molto alto mentre la disponibilità del nostro centralino telefonico è purtroppo contenuta, ecco quindi che dobbiamo ricorrere allo strumento informatico e alla comunicazione via mail per ampliare e per consentire a tutti di trasmettere le loro richieste. Poi spetta a noi stabilire delle priorità, soprattutto se vi sono delle urgenze per poter intervenire rapidamente.

E chi invece non ha familiarità con questo strumento informativo o con le nuove tecnologie?

Intanto in Svizzera abbiamo fortunatamente una vasta rete di associazioni italiane che possono offrire un supporto soprattutto ai più anziani, soprattutto a chi ha delle difficoltà comprensibili, ma oltre alla vasta presenza delle associazioni italiane vi è anche una rete di corrispondenti consolari distribuita qui nel cantone di Zurigo nei cantoni che fanno capo al consolato di Zurigo che possono sicuramente offrire un contributo, un supporto. Il connazionale che delle difficoltà può comunque sentire i nostri corrispondenti consolari, ma anche i responsabili delle associazioni per un’assistenza e per incanalare questo tipo di richiesta e di domanda. In altre parole se io non so usare internet o il computer, chiederò l’aiuto di chi mi sta più vicino.

in merito a questa cosa, l’ultima chiusura che c’è stata del Consolato di St. Gallo, prima ce ne sono stati altri, mi sembra che sono stati ridotti qui gli orari di ricevimento al pubblico, e molti degli utenti che prima si servivano agli altri consolati che poi sono stati chiusi, sono stati riversati a Zurigo, ora ci sono più richieste e la riduzione degli orari di ricevimento, come si fa a far coincidere le due cose?

Su San Gallo non so rispondere, la chiusura definitiva prevista per la fine di luglio e si tratta di una realtà che si riverserà su Zurigo. È un tema che ci preoccupa molto perché si tratta anche di una grossa sfida che dovremmo saper affrontare con delle risorse che sono umane e finanziare contenute, ma chiaramente cercheremo di affrontare nel più efficiente dei modi. Per quanto riguarda il problema degli orari c’è un confronto con i sindacati, è un tema che riguarda gli orari di lavoro, la distribuzione degli orari e le aperture in Svizzera sono regolate secondo parametri omogenei o che comunque recentemente sono state omogenizzati, ciò non toglie che si possa e si debbano studiare eventuali strumenti di flessibilità per venire incontro a specifiche o nuove esigenze, soprattutto alle esigenze che si apriranno con la chiusura del consolato di St Gallo ecco quindi che su questo forse sarà necessario un incontro  e un approfondimento con il Comites e con i rappresentati della comunità per individuare forme di flessibilità che la collettività consideri indispensabili. Da parte mia c`è la massima apertura.

Lingua cultura italiana sono campi molto importanti come pensa di dare una giusta importanza a questi settori?

Intanto mi pare di poter dire che a Zurigo c`è un polo scolastico italiano che si distingue nel panorama generale della nostra presenza scolastica all’estero, quindi il mio obbiettivo è soprattutto quello di sostenere e di valorizzare questa esperienza offrendo tutto il contributo anche di idee, proposte, in un rapporto di dialogo di comunicazione costante con i rappresentanti della scuola, con i comitati dei genitori e il Comites. Si tratta di temi che presentano aspetti particolari e anche difficili che quindi vanno come dire analizzati con molta attenzione, certamente per noi è un fatto positivo l’aver a Zurigo un polo scolastico di grande rilievo su cui lavorare per un’ulteriore valorizzazione. Vi è poi il più ampio contesto che riguarda il nostro lavoro con l’università: qui abbiamo un rettore di lingua italiana, c’è all’università un dipartimento di lingua romanza, l’italiano è una componente essenziale che quindi vogliamo valorizzare perché si tratta di una tradizione peculiare importantissima, quella dell’italianistica nella città di Zurigo che è un punto di  forza su cui lavorare in stretta sinergia.

Per quanto riguarda la scuola, ultimamente è stata soggetta a tagli, corsi di lingua e cultura, non crede che questi tagli possano intaccare la salvaguardia di questa nostra tradizione che è cosi importante come lingue.

Io penso di sì, penso che tagli eccessivi ovviamente possano comportare questo rischio, il problema è che vi è un’esigenza di ordine più generale, lo Stato sta seguendo una politica di contenimento e di riduzione della spesa pubblica che chiaramente tocca un po’ tutti i comparti compreso quello dello scuola, così come gli uffici consolari. Vi è una situazione generale di forte contenimento della spesa che quindi ha potenziali ricadute sulla scuola. Per quanto riguarda Zurigo, stiamo cercando di fare il possibile perché questo non avvenga, cioè stiamo cercando di fare il possibile perché i livelli attuali siano preservati, naturalmente non sta a me dare assicurazione che questo obbiettivo. Diciamo che io ho la moderata aspettativa che in qualche modo riusciremo a contenere una riduzione eccessiva e preservare  quelli che a me sembrano eccellenti  livelli di prestazione del nostro polo scolastico della nostra scuola.

Ha sentito parlare della faccenda INCA?

Poco, molto poco, so che c`è stata una vicenda spiacevole ma non conosco tutti i dettagli,  è un argomento di cui mi hanno riferito perché noi diamo un cospicuo numero di piccoli e medi finanziamenti a sostegno di queste persone che sono le vittime di questa operazione truffaldina. I dettagli storici di tutta questa vicenda non li conosco.

Molti dei nostri connazionali si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni italiani…

Purtroppo dovremo tornare a parlarne quando avrò elementi sufficienti certo è una vicenda spiacevolissima tristissima. Essendo qui da 1 mese e mezzo non conosco i precedenti, so solo che c’è un cospicuo numero di cittadini che sono stati oggetto di questa vicenda che noi aiutiamo  finanziariamente. Però su questo possiamo sicuramente ritornare non appena avrò acquisito elementi più precisi.

Cosa si aspetta da questa esperienza.

È un’esperienza che credo vada seguita con grande attenzione e cura perché in qualche modo è una proiezione anche dell’Italia moderna nelle sue diverse sfaccettature. si tratta di un esperienza che non può che costituire uno stimolo per riflettere sempre più e sempre meglio su quello che noi italiani siamo, intesi come italiani che risiedono in Italia che risiedono fuori l’Italia. Io guardo all’immigrazione con sentimenti di grande stima e ammirazione. Ho sempre pensato che l’emigrazione costituisce un capitolo rimosso della storia italiana per ragioni complesse psicologiche, penso che tutto ciò che aiuta a ricordare la centralità dell’emigrazione nella storia italiana sia un fatto opportuno ma anche necessario.

Ti potrebbe interessare anche...

“Il Salento Award mi rende molto felice”

Redazione

“Siamo ancora all’età della pietra in Svizzera”

Redazione La Pagina

Più valore alla comunicazione!

Redazione La Pagina

Lascia un commento

I cookies ci permettono di garantire la funzionalità del sito, di tenere conto delle vostre preferenze e consentirvi una migliore esperienza di consultazione dei nostri contenuti. Continuando a navigare sul nostro sito l’utente accetta l’utilizzo dei cookies. Accetto Leggi di più