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28 April 2024
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STORIE di Gianni Farina

Tra cattivismo di massa e lampi di bontà

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Vicende quotidiane dell’italica realtà

La carrozza su cui viaggia sta attraversando, trenta metri sotto terra, il vialone dei fori imperiali, eretto negli anni trionfali del regime totalitario fascista per celebrare le vittorie del nuovo impero romano nelle terre del corno d’Africa.

La mia bella abissina del tempo che fu.

E cronaca dei nostri giorni.

È una carrozza metropolitana di una qualsiasi sgangherata linea dell’Urbe romana.

È affollata da una moltitudine indaffarata e attenta ai messaggi che annunciano problemi tecnici e ritardi che fanno, purtroppo, parte della tradizionale arretratezza del servizio pubblico cittadino e non solo.

Una donna rom, accompagnata dall’infante, pensa sia il momento adatto per carpire il portafoglio all’ignaro viaggiatore. La mano lesta e veloce di chi non ha conosciuto altro modo per vincere la miseria di una vita vissuta nell’emarginazione di un destino cinico e baro. Se ne accorge, il gringo, direbbe il derelitto della favela carioca, scaraventa l’ancor giovane donna a terra, la copre di botte con violenza e cinismo tra l’entusiasmo del volgo dal miserevole spirito che assiste alla scena. Nemmeno un addetto della securitas è in grado di arrestare la vigliacca violenza verso la donna e la sua piccola.

Si avvicina una signora dal fare gentile (Giorgia Rombolà, giornalista) per interporsi e proteggere la Rom e la sua piccola, consentendo al responsabile della sicurezza di allontanare e porre in salvo la malcapitata.

Insulti e minacce a non finire sino alla prossima fermata della Stazione Termini. Vattene – urlano all’unisono i presenti per caso – porcona,  amica dei comunisti e di questi zingari infami.

Non si spaventi il lettore: erano gli epiteti riferibili in un scritto per i nostri compatrioti. Il cattivismo di massa nello smarrimento di ogni sentimento di pietà e perdono.

Osservo la scena nel programma serale di Gramellini. E che Dio c‘è lo conservi per gli anni a venire.

Un bimbo, affetto da non so quale grave handicap, affronta la prima prova dello stare eretto e muovere i primi passi della ancor sua giovane vita.

Un passo e poi l’altro, trascinando il corpicino con quegli arti inferiori a cui il fato è stato nemico. Leggi nei suoi occhi il terrore di non farcela e l’orgoglio della prima impresa quasi fosse un Bonatti nell’affrontare l’ascesa delle alte montagne del Karakorum.

Vai ragazzo!, sembra gridare la giovane specialista in paraplegia che lo cura e osserva come se quella creatura fosse uscita dal suo corpo pochi attimi prima e avesse bisogno di tutto il suo immenso sostegno e amore.

Uno due tre quattro, tanti piccoli passi, minuti che sembrano millenni e il bimbo si abbandona nelle braccia protettive del suo angelo custode che lo attende pochi metri più in là.

Lacrime copiose, frutto della esplosione di gioia, coprono il volto della donna.

Hai vinto, abbiamo vinto assieme, piccolo mio!

Dopo il primo passo, tutto il resto sarà una folle ascesa verso l’infinito del tuo umano destino.

Cinzia – e chi se non? –  mi invita e accompagna al cenone di beneficenza di una nuova organizzazione impegnata nel volontariato per l’aiuto ai bisognosi.

Valtellina soccorso ed è tutto un programma.

Cinzia, sua figlia, il di lei marito e il sottoscritto, come a dire: il destino è pieno di tante sorprese.

Il grande salone del Crap (Ristorante, ritrovo) a Tresivio, affollato da un popolo solidale che non ha perso il gusto dello stare assieme per esprimere un sentimento di umana vicinanza.

Il presidente, Marco Angeloni, parla alla folla, con la lieve semplicità di una carezza, sugli impegni iniziali dell’organizzazione addetta all’assistenza ed al soccorso sanitario.

Giulietta Paruscio, la nostra conterranea, nonché vice presidente, a cui dobbiamo – grazie di cuore – il pensiero dell’invito, ci accoglie con la gioia di chi pensa, a ragione, di aver fatto ancora un bel gesto.

È una giovane di forti valori. Dato il gap generazionale, (ero amico dei genitori) non posso dire altro.  La scorgo attiva e presente. Una forza della solidarietà in grado di dare conforto a chi inciampa nel corso dei giorni e degli anni a venire.

Buon giorno Soccorso Valtellina e buona fortuna a Marco e Giulietta e ad ogni componente dell’organizzazione, su strade  e tornanti della nostra Valtellina.

Un raggio di luce nel buio del cattivismo imperante.

Il buono non appare, nelle tenebre della sera. Ma servirà quel raggio di luce per vincere la sfida del giorno che verrà.

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