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26 April 2024
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Interviste

Studio sui suicidi: “Solo gioco di potere della politica”

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IMG_5439La piattaforma U25 Ostschweiz offre aiuto online a bambini e adolescenti in crisi. Intervista al capo del progetto Raphael Wobmann 

La piattaforma U25 Ostschweiz è relativamente nuova in Svizzera, di cosa si tratta di preciso?

Quasi ogni bambino, ogni adolescente e una gran parte dei giovani adulti in Svizzera prima o poi vivono una crisi. Questo fa parte della crescita. Una persona su due nella sua vita ha pensato al suicidio. Le statistiche proprio nel nostro paese sono spaventose: 1200 persone si sono suicidate nello scorso anno, tra questi c’erano 140 bambini e adolescenti. Il numero di persone che hanno tentato il suicidio in Svizzera, secondo le stime di esperti, sale a più di 70’000, di cui circa il 10% sono minorenni. Questo significa che ogni ora un giovane in Svizzera cerca di suicidarsi. Quel che manca sono offerte di enti per bambini e adolescenti, cui rivolgersi in tranquillità quando attraversano una crisi o se sono a rischio di suicidio. Con U25 abbiamo portato un’offerta di questo genere in Svizzera: giovani consulenti Peer (dall’inglese “persona equiparata” ndr) che accompagnano i coetanei durante gravi crisi di vita. In questo modo i giovani che attraversano un periodo problematico e che cercano consiglio, trovano adeguato sostegno individuale anonimamente e gratuitamente. I nostri consulenti Peer conoscono i loro limiti e vengono formati periodicamente durante il lavoro da psicologhi e assistenti sociali di professione.

A voi si possono rivolgere solo giovani dalla Svizzera est?

No, tutti i bambini e gli adolescenti sotto i 25 anni possono contattarci, non importa da dove vengono. Per motivi economici eravamo costretti a realizzare il “progetto pilota Svizzera est”, per dimostrare ai numerosi scettici e agli enti che questo progetto funziona veramente. E chi l’avrebbe immaginato: siamo stati letteralmente sommersi da richieste nello scorso anno. Già nella fase pilota abbiamo potuto salvare alcune giovani vite in tutta la Svizzera. 

Secondo Lei, è più facile comunicare con i giovani tramite internet? Non manca il contatto personale, come quello che si ha durante un colloquio o una telefonata?

È importante considerare come i bambini e gli adolescenti comunicano oggi. In questo modo è possibile realizzare un’offerta adeguata a cui si ha un accesso facile, senza burocrazia e condizioni difficili. Certamente la nostra consulenza online non può sostituire un colloquio personale e profondo (terapia etc.). Per questi colloqui personali però ci vuole tempo e interesse sincero – entrambi cose che oggi purtroppo sono molto rare. Proprio i bambini in crisi sono molto sensibili. Capiscono subito se la persone di fronte è sincera, uguale se online o personale.

Ci può fare qualche esempio di richieste con cui i consulenti sono confrontati?

U25 ha portato a termine nel primo anno più di 600 consulenze, e questo senza fare pubblicità per le consulenze online. In queste consulenze abbiamo trattato dispiaceri amorosi, abuso sessuale e stupro, pressione nelle scuole o problemi con psichiatri fino a malattie psichiche prescritte troppo precipitose. Gli adolescenti comunicano molto apertamente se si tratta di tentare il suicidio effettivamente o solo a pensarlo, senza timore di essere giudicatiw.

La scorsa settimana è stato pubblicato un rapporto dell’Università di Zurigo sulla relazione tra suicidio e disoccupazione, esistono paragoni simili anche per gli adolescenti?

Questi studi servono in prima linea come gioco di potere e manovra diversiva della politica. Provi a trattare questo argomento in politica, installando ad esempio un programma integrativo al lavoro per adolescenti a Zurigo e capirà subito cosa intendo. I suicidi non si possono limitare a singole origini. L’Università di Zurigo farebbe meglio a investire questi soldi per la ricerca di una soluzione, invece di sprecarli per studi assurdi. Suppongo che con questo studio si voglia ottenere soldi dell’AI (Assicurazione invalidità ndr). 

Quali progetti di U25 sono previsti per il futuro?

U25 in Svizzera è un’offerta completamente nuova e dopo il successo della fase pilota sarà ampliata su altre regioni e sarà sviluppato per migliorarne la qualità. Inoltre è previsto un’espansione sulla regione di lingua italiana (U25 Ticino incl. Italia). Per fare questo però abbiamo bisogno di sostegno finanziario da parte del cantone, poi possiamo iniziare subito. Inoltre momentaneamente lavoriamo ad una pubblicazione del libro specializzato sull’argomento “Prevenzione al suicidio nel lavoro dell’assistenza a scuola”, un altro progetto che tratterà il suicidio nella scuola media sarà lanciato in estate. C’è ancora molto da fare.

Manuela Salamone

 

 

 

 

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