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22 November 2024
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Italiani in Svizzera

Italiani in Svizzera: Giambattista Martuccio

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Signor Giambattista, ci racconti di lei…
Sono arrivato a Friburgo, qui in Svizzera, nel lontano 1963. Sono originario di Colle Sannita, in provincia di Benevento. La mia era una modesta famiglia di agricoltori, eravamo 5 figli e ora siamo tutti un po’ sparsi per l’Europa. Le due mie sorelle sono in Piemonte, i miei due fratelli erano entrambi in Inghilterra, poi uno è rientrato a Colle Sannita.
Una volta o due l’anno tornavamo nel nostro paese e ci ritrovavamo tutti, poi col tempo è stato sempre più difficile. L’Italia mi manca sempre, la famiglia, il bel clima e il bel sole. Ma la Svizzera mi ha offerto tanto. Qui mi sento a casa, mi piace la puntualità e amo le montagne…

Come è giunto Svizzera?
Tramite un conoscente. All’età di 22 anni arrivai in Svizzera con un contratto annuale fin dal primo giorno come garçon d’office, un po’ tutto fare, in una fabbrica, dove sono stato 6 anni e dove ho imparato il francese e tante cose che ancora oggi mi tornano utili. Lavoravo 12 ore al giorno per un salario di 220 Fr. netti al mese con vitto e alloggio compreso, quando lasciai il mio stipendio era giunto a 500 Fr al mese. Era il maggio ’69 e lasciai quel posto per dei disaccordi. Presi a lavorare presso un’altra ditta come manovale dove ho svolto la funzione di macchinista e regolatore fino al 2002. Quando ho iniziato ero lieto di lavorare 8 ore al giorno e non più 12. Dopo 3 mesi, però, la salute mi ha abbandonato: una pleurite essudativa mi ha costretto 2 mesi in ospedale a Friburgo. Avevo circa 30 anni e dall’ospedale fui trasferito in un sanatorio, dove vi rimasi da solo per sei mesi. In quel momento il mio morale era a terra, ma devo ringraziare tutti quelli che con le loro belle parole mi hanno incoraggiato ad andare avanti. Quando mi rimisi e terminai la degenza in sanatorio era l’era Schwarzenbach, ma la cosa non mi ha mai toccato, non mi sono mai fatto abbattere dalle battute contro gli stranieri, ma ricordo ancora che ho dovuto sopportare tante e tante di quelle cose….

Come si è inserito nella vita sociale in Svizzera?
Nel 1977 ho sposato una ragazza delle mie parti. Nel 1980 è nato mio figlio, che adesso è ingegnere informatico presso una ditta a Friburgo. Con l’arrivo del figlio è arrivata anche la scuola, così sono entrato a far parte del comitato genitori, del Comites, del Comitato pro scuola di Losanna. Ero davvero molto attivo e lo sono stato fino allo scorso anno, anche se sono stato uno che di politica non si è mai interessato.
Ho dei bei ricordi di quel periodo, dei giochi studenteschi organizzati dal Coni o delle gite scolastiche…tra le più belle, ricordo sempre con piacere quando siamo stati a Verona e Torino. Un altro bel ricordo, che conservo con affetto, è quando, durante una Festa della Repubblica, ho cantato l’Inno Nazionale a fianco della sorella di Guglielmo Marconi… Inoltre, grazie al Comites sono stato insignito del titolo di Cavaliere della Stella di solidarietà.

Lei ha anche la cittadinanza Svizzera…
Quando andai in pensione ho diminuito la vita associativa. Ho chiesto ed ottenuto la cittadinanza Svizzera. In comune accordo con mia moglie abbiamo deciso di finire i nostri giorni in Svizzera, vicino al figlio. Non dimentichiamo il nostro caro sangue, ma una volta che non abbiamo più i familiari è difficile tornare. Non l’avrei creduto… quando arrivai qui pensavo di resistere un mese o due e invece sono trascorsi più di 50 anni!

Come ha fatto con la lingua e con la cultura svizzera quando è arrivato?
Per la lingua non ho mai avuto problemi, beh il francese non è come il tedesco. Dopo un anno me la cavavo benissimo. A mio figlio ho sempre parlato sia l’italiano che il francese per evitare che a scuola lo mettessero nelle classi speciali perché aveva problemi a seguire: mio figlio non doveva avere queste difficoltà!
Con la cultura Svizzera non ho mai avuto problemi, conosco benissimo come vanno le cose, come sono organizzate le istituzioni. Quando mi chiedono il motivo per il quale ho voluto la cittadinanza svizzera do a tutti la stessa spiegazione: perché sono stanco di essere escluso dalla vita del luogo. Sono contento di averla perché ho acquisito alcuni vantaggi importanti. Anche mia moglie l’ha presa, mentre mio figlio ancora no, ma ha sposato una svizzera ed il processo di naturalizzazione è in corso. Siamo sia svizzeri che italiani, noi non rinunceremo mai alla cittadinanza italiana.

Per quanto riguarda, invece, la cultura italiana?
La cultura italiana l’ho mantenuta viva frequentando ambienti italiani come la Colonia Italiana, oppure sono sempre stato abbonato a La Pagina, abbiamo sempre seguito i canali televisivi italiani… piccole cose, ma importanti.
Alla mia nipotina Ornella, che ora ha 11 mesi, le parleremo italiano perché anche lei deve conoscere la nostra lingua. Racconteremo tutto del nostro Paese e soprattutto la porteremo anche in Italia!

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