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1 May 2024
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Cronache di vita, società e cultura

FACEBOOK, LIBRA: QUALE FUTURO ?

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A metà giugno Facebook, la più importante piattaforma mondiale di messaggistica online, ha annunciato che a Ginevra dal 2020 attiverà Calibra, un consorzio per la gestione di Libra. Quest’ultima è una nuova cripto-moneta. Un sistema di pagamento immateriale. A questo progetto per ora hanno già promesso di aderire alcuni noti gestori internazionali di sistemi di pagamento, come PayPal, Mastercard, Visa, Ebay, Uber. Gli scambi avverrano grazie ad una tecnologia già usata per il bitcoin: la blockchain. Un pubblico registro degli scambi su internet, gestito dagli stessi utenti. Anche in questo caso, il tutto sarà coordinato da Facebook. Come sempre: fatto il prodotto, trovato il cliente. Ma come, dove, e chi potrà essere? La stampa mondiale ha cominciato a versare fiumi di inchiostro. Limitiamoci a qualche commento. Innanzitutto, è bene che la comunità finanziaria, a livello governativo e bancario, cominci ad interrogarsi perché si moltiplicano le valute invisibili, le criptovalute. In particolare: quali esigenze risolvono e di cui le banche già oggi non si possono occupare? Perché nessuna banca ha annunciato il suo interesse a partecipare a questo progetto? Probabilmente perché siamo solo all’inizio di un percorso che si prevede complicato. E soprattutto selettivo. Per i gestori di questi servizi. Ma soprattutto per gli utenti il cui denaro, come in passato, rimane la linfa vitale del successo anche di questa nuova iniziativa: nella buona e nella cattiva sorte. Negli USA il Comitato per le transazioni finanziarie nazionali incontrerà i dirigenti di Facebook il prossimo 17 luglio. Lo stesso sta per accadere in Europa. Facebook promette stabilità alla nuova moneta-fantasma garantendola con altrettanti depositi vincolati in “monete-forti”. Risultato: dato che la disponibilità di Libra è definita dal libero gioco di domanda-offerta, una consistente richiesta della nuova moneta invisibile si tradurrebbe in oscillazioni per le valute che la garantiscono ed in problemi anche per le banche centrali il cui compito è proprio quello di assicurarne la stabilità. Inoltre Libra si propone di facilitare le transazioni finanziarie degli utenti. Ma questa funzione viene già soddisfatta, per esempio, dalle normali carte di credito ed in particolare dalle carte di debito: anonime e pre-pagate. Libra poi offrirebbe una piattaforma finanziaria anche ai cosiddetti “unbanked”: clienti che non dispongono di un conto corrente. Purtroppo questa categoria comprende soggetti che non dispongono fondi sufficienti o la cui reputazione commerciale è compromessa. Sia come sia: costoro rimangono clienti ingestibili, comunque. A Facebook, ed al suo prodotto Libra, per ora va riconosciuto un merito: avere iniziato un dibattito sulle carenze funzionali dell’attuale architettura finanziaria. Non è un caso che le maggiori banche mondiali siano state invitate a collaborare al progetto. Tutte hanno rifiutato. Senza dare spiegazioni.

ANDREA DE GRANDI

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