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7 May 2024
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STORIE di Gianni Farina

Nostalgia di un passato ricco di tante speranze irrealizzate

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Il 26 maggio 2019 le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo

In gioco la presenza dei rappresentanti all’estero nel parlamento repubblicano

Siamo alla vigilia di una storica elezione del parlamento europeo nel pieno di una crisi di valori ove emergono nuovi fenomeni di xenofobia e razzismo, accompagnati dai disegni separatisti perseguiti da forze politiche “sovraniste” che si propongono di ristabilire i confini nazionali e distruggere l’Unione, Brexit insegna.

Da precedenti bagliori di unità e fiducia nell’avvenire, possiamo trarre degli insegnamenti che ci aiutano ad evitare la fine del sogno unitario.

Nell’ottobre del 1999, il mio saluto, a nome della comunità italiana in Francia, al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in visita a Parigi.

Caro Presidente,

mi permetto di salutarla con il rispetto e l’affetto che le portano gli italiani che vivono in Francia, in Svizzera e nel mondo, per lo straordinario servizio che Ella ha dato alla nazione nel corso degli anni in cui è stato chiamato ad assolvere compiti

di responsabilità, sino alla recente elezione alla più alta carica della Repubblica.

La salutano oggi i rappresentanti della collettività italiana, personalità dell’imprenditoria, della cultura e dell’informazione, convenuti all’incontro con il loro Presidente. Noi abbiamo ben impresse nella memoria le parole, semplici e commosse, che Ella, da Presidente eletto, a noi rivolse in parlamento.

Il messaggio, racchiuso in quelle frasi, è stata poi la molla decisiva che ha spinto il senato della Repubblica allo storico voto del 29 settembre. Un primo passo perché il popolo dell’Italia che vive all’estero possa eleggere, in futuro, i suoi rappresentanti nel parlamento della repubblica.

Attraverso questo percorso di unità tra le forze politiche in parlamento, si rimargina una ferita e si salda un debito storico dell’Italia verso i protagonisti degli esodi di massa di cui è ricca, e insieme vittima, la storia della nostra Patria.

La democrazia italiana è oggi più forte perché nel suo seno sta entrando nuova energia partecipativa.

Ci sentiamo figli dell’Italia, la terra nostra e dei nostri padri.

Figli dell’Europa, la nuova grande Unione fondata sui principi della solidarietà e della convivenza.

Per noi, che abbiamo spesso subito fenomeni di rifiuto, di emarginazione e discriminazione, un grande passo verso il nuovo secolo in cui il ricordo della emarginante solitudine ci aiuta a combattere gli istinti razzisti e xenofobi nonché  gli atteggiamenti di chiusura, di superbia e arroganza verso i diversi.

Facciamo in modo che l’Italia abbia verso gli immigrati, che fanno ormai parte della quotidianità del nostro Paese, atteggiamenti di grande maturità politica e morale.

Il rispetto delle leggi che regolano la vita della repubblica, perseguito attraverso una partecipativa integrazione che parte dai diritti e doveri di ogni persona.

È per questo che ci impegniamo per la piena applicazione della Carta fondamentale dell’Unione: il diritto alla libera circolazione degli uomini e delle idee, al lavoro, all’esercizio delle professioni, alla pari dignità politica e sociale.

Tali diritti, ancora in parte inapplicati, limitano, di fatto, le potenzialità creative

dell’Unione, offendono la dignità di tanti cittadini, allontano la prospettiva di una nuova cosciente cittadinanza europea, del cittadino europeo ricco delle millenarie e multiformi culture formatesi nel corso della storia.

Chiediamo al nostro Paese di agire nel contesto delle istituzioni comunitarie, presiedute ora da un prestigioso figlio della repubblica, Romano Prodi, perché i trattati comunitari non appaiano, come talvolta accade, carta straccia per sognatori, ma impegni solenni da rispettare sul cammino della pari dignità dei cittadini dell’Unione.

Alla prossima conferenza degli italiani nel mondo porteremo la storia dell’emigrazione italiana che è parte inalienabile della nostra memoria e andrebbe insegnata nelle scuole del nostro Paese per recuperare quei tanti valori di cui è ricca quella lunga e spesso drammatica vicenda umana. Partire dal passato per guardare all’avvenire e costruire una visione: cittadini italiani che vivono nel mondo grazie al loro sapere e per una loro libera scelta.

Caro presidente, Ella è, per noi, rappresentante di questa Italia. L’Italia che vive in tutti i suoi figli, dentro e fuori i confini della nazione.

L’Italia aperta al mondo.

Grazie per la visita e tanti auguri.

A Lei, alla nostra Patria

[email protected]

 

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