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2 May 2024
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STORIE di Gianni Farina

Bob Kennedy, Luther King, Altiero Spinelli. Esempi del novecento per il mondo che verrà

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Riflessioni tra l’oggi, il domani e il tempo che fu

“Ci sono coloro che guardano le cose per come sono e si chiedono perché? Io sogno cose che non ci sono mai state e chiedo: perché no?” Sono parole di Bob Kennedy, ministro della giustizia durante la presidenza del fratello John, nemico dichiarato della mafia americana per cui immolò la sua giovane vita pochi anni più tardi nella sera in cui celebrava la vittoria per la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
Non tutto fu positivo nella saga dei Kennedy.
Partendo dalla miliardaria ricchezza accumulata dal capostipite durante gli anni del proibizionismo.
Lo stesso presidente, John Fitzgerald, assassinato a Dallas, non fu esente da critiche per la sua poco ineccepibile condotta morale, immortalata dalla relazione libertina con Marilyn Monroe, l’angelo biondo che riempiva i sogni erotici di milioni di giovani e non americani.
Bob, per contrasto, a torto o ragione, rappresentò l’immagine dell’eroe buono, pronto a immolarsi per qualcosa di grande e onorevole: la lotta alla mafia, l’impegno per il riscatto delle masse nere accanto al martire dei diritti civili, Martin Luther King.
Il treno funebre che riportava la salma di Bob dalla California verso la sua Boston fu salutato da milioni di persone lungo tutto il cammino. Neri e bianchi assieme affratellati nel pianto disperato per la scomparsa di chi aveva rinnovato il loro sogno.
Racconta la leggenda che nell’ attraversata delle montagne rocciose le anime in cerca di pace dei Sioux e degli Apache si unirono alle nenie della marea umana nel lutto e nel dolore.
Ho divagato, cari amici, per immaginare come sarà l’Italia tra dieci, venti, trent’anni.
Immaginare la società, l’accesso ai beni a cominciare da una nuova concezione della persona, dello sviluppo e della democrazia, affermando, alto e forte, che non sono più tollerabili le diseguaglianze tra i molti e i pochi dell’Europa e di questa nostra patria italiana.
Il sogno di Bob Kennedy può divenire il nostro.
Costruire assieme un paese più competitivo, che difende il lavoro, che valorizzi e dia rappresentanza reale anche a chi oggi non ce l’ha, i milioni di cittadini italiani in Svizzera, in Europa e nel mondo.
Un’ Italia che scommette sulle sue energie, sulla sua vitalità, sulla sua bellezza.
Un Paese più giusto e più avanzato, libero da rendite, opacità, chiusure che per troppo tempo hanno impedito all’Italia di conquistare il posto che merita in Europa e nel mondo.
Ho ancora gli occhi pieni delle immagini di Lussemburgo.
La festa democratica che ha raccolto il meglio della nostra gioventù europea, convenuta nel Granducato per raccontare storie di vita, fornire un contributo creativo ai tanti dibattiti organizzati e arricchiti dalla presenza dei massimi esponenti politici di quel minuscolo paese pur così importante nella storia moderna dell’ Unione europea.
Giovani, belli, entusiasti, vestiti un po’ così, come si addice a chi ha altro da fare. Vogliono un’Europa protagonista di un’azione incessante per il dialogo, la collaborazione, la pace. Vogliono un’Italia più europea e un’Europa capace di promuovere la crescita, l’occupazione, la coesione sociale e la solidarietà tra i suoi cittadini.
Sono professionisti della City londinese a cui non fa paura la Brexit, giovani studenti, ricercatori, liberi e attivi nel mondo delle imprese, del volontariato e della creatività. Lo sono a Londra come a Berlino, a Zurigo o Parigi ove cadde una di loro nel dramma cieco del Bataclan. Uomini e donne che non temono confronti, forze che hanno scoperto il modo di reagire alla crisi, creando nuovi lavori e stili di vita.
È compito di tutti noi aiutarli a tagliare i loro traguardi e orientarli al bene comune. Guardare negli occhi le persone e scoprire quanta forza e bellezza vi siano nelle differenze che attraversano le nostre vite e i nostri giorni. Non possono esserci un’Italia e una Europa di tutti se prima non affermiamo con forza la promozione della dignità di ognuno a partire dalle donne il cui protagonismo è, al contempo, stimolo e sinonimo di libertà e progresso. Un nuovo corso di quella rivoluzione dell’unità e dell’eguaglianza, la promessa di Bob Kennedy e Martin Luther King in America, di grandi europei come Altiero Spinelli tra noi.
Un nuovo corso di quella rivoluzione, promessa e mai completamente esaudita del novecento, che vorremmo battezzare oggi “rivoluzione della dignità e del riscatto umano”.
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